L’Italia futura sul Wall Street Journal

I venticinque lettori di manzoniana memoria ricorderanno un recente articolo a mia firma su linksicilia, intitolato Alla ricerca di nuova Sicilia: un giorno saremo la Florida ma i siciliani faranno i camerieri” (http://www.linksicilia.it/2011/11/) dove, con amarezza, tratteggiavo il probabile destino della nostra Isola, “al centro del Mediterraneo”, nel volgere dei prossimi anni.

Grande e intellettualmente “piacevole” è stata la mia sorpresa nel leggere giovedì scorso a bordo dell’aereo che mi riportava da Milano a Palermo l’interessante articolo dello storico inglese, Niall Ferguson, pubblicato sul Wall Street Journal di sabato 19 novembre e di cui riporto su queste pagine il medesimo titolo, non trovandone uno più incisivo.

Niall Ferguson, 47 anni, è uno storico inglese che insegna dal 2004 a Harvard. Si è occupato soprattutto di storia economica (la sua opera accademica principale sono due volumi sulla famiglia dei banchieri Rothschild) e ha scritto un libro molto discusso, pubblicato nel 1998, sulle cause della Prima guerra mondiale, tradotto in italiano con il titolo La verità taciuta.

Il lungo articolo, non ancora tradotto in italiano, in cui Ferguson immagina che cosa sarà l’Europa tra dieci anni, ha avuto molto successo ed è stato ampiamente ripreso da altri giornali, che in questi giorni si stanno occupando molto del futuro europeo considerate le difficili condizioni economiche. Ferguson non è nuovo a esercizi di “storia alternativa”, dato che è uno dei pochi storici che incoraggiano l’utilizzo della “storia controfattuale” come metodo di ricerca: ovvero immaginare quali sarebbero state le conseguenze se alcuni eventi storici decisivi (la vittoria alleata nella Seconda guerra mondiale è uno dei classici) non si fossero verificati.

Dal suo verde ed austero campus all’ombra di edifici sui vetri delle cui finestre i Geni alla Beautiful Mind, scrivono le formule che cambiano il destino del mondo, il nostro visionario, ma non troppo, professore dell’Ivy League immagina che nel 2021 la crisi finanziaria del 2010 – 2011 sia stata superata, ma abbia causato pesanti conseguenze. Un fantasioso “Trattato di Potsdam del 2014? si è lasciato alle spalle la logora Unione Europea ed ha formato gli Stati Uniti d’Europa. Ne fanno parte tutti i Paesi dell’Unione Europea attuali (ma nel Belgio, Fiandre e Vallonia si sono separate), più i sei restanti Paesi della ex Jugoslavia.

Due importanti novità: la Gran Bretagna è uscita dall’Unione Europea, dopo che David Cameron (che nel 2021 inizia il suo quarto mandato da primo ministro) ha accettato di indire un referendum sull’appartenenza all’Unione. I “no” hanno ottenuto una vittoria schiacciante, vicina al 60% dei voti, e gli elettori hanno consegnato poco dopo una maggioranza assoluta ai conservatori nel Parlamento inglese. Il Regno Unito è diventato quindi la destinazione preferenziale degli investimenti stranieri cinesi, ottenendo un successo economico così grande, e così diverso dalla austerità che continua a regnare sul continente, che perfino l’Irlanda repubblicana ha messo da parte i rancori secolari per riunirsi in un Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda.

L’altra grande novità, preconizzata da Ferguson, è l’uscita di Svezia, Danimarca e Finlandia dall’Unione: accettando la proposta della Norvegia di un’unione allargata all’Islanda, i cinque Paesi hanno formato una Lega Scandinava, in cui il peso politico dei partiti xenofobi e populisti come i Veri Finlandesi è cresciuto sensibilmente.

Gli Stati Uniti d’Europa immaginati da Ferguson sono guidati e quasi dominati dalla Germania. La coalizione di Angela Merkel ha perso le elezioni del 2013, dopo che nel 2012 anche le banche tedesche sono state pesantemente colpite dalla crisi. I tedeschi hanno punito soprattutto la decisione di sovvenzionare con soldi pubblici la Deutsche Bank, e hanno dato la vittoria elettorale al partito socialdemocratico, la Spd. Da parte sua, la Spd al governo ha spinto decisamente verso un maggiore impegno delle istituzioni europee per risolvere la crisi: ha appoggiato la decisione di Mario Draghi di trasformare la Bce nella prestatrice di ultima istanza e di comprare massicciamente titoli di stato italiani e spagnoli, ponendo fine alla crisi finanziaria, e ha anche spinto per una revisione dei trattati che ha creato una sorta di Ministero del Tesoro Europeo.

La sede è a Vienna: dato che il centro politico dell’Unione Europea non è più Bruxelles, ma la capitale austriaca. La nuova Europa è a guida germanica e i paesi dell’Europa meridionale sono diventati una sorta di “villaggio vacanze” per i cittadini del Nord. In Italia, Grecia, Portogallo e Spagna la popolazione è invecchiata e i tassi di disoccupazione sono altissimi, ma la stabilità è assicurata dal flusso dei trasferimenti che arriva dai Paesi settentrionali più ricchi, e gli abitanti sembrano essere contenti dello scambio, tanto più che “ci sono un sacco di euro da fare nell’economia ‘grigia’, lavorando come camerieri o giardinieri per i tedeschi, che ora hanno tutti la loro seconda casa nel Sud soleggiato.” Nel 2021, il nuovo presidente degli Stati Uniti d’Europa è Carlo d’Asburgo, discendente della dinastia imperiale austriaca.

E la Sicilia ? Ovviamente Ferguson, che non credo l’abbia mai visitata, non la cita. Per chi vive all’ombra di quegli austeri edifici la nostra Isola, tanto vissuta dai suoi abitanti come l’ombelico del mondo, non è che un pezzo di Nord Africa finito per sbaglio in Europa ed agitato da fenomeni molto redditizi per l’editoria mondiale: l’inesauribile miniera per film, libri e telenovelas in salsa italica quali la mafia e l’antimafia, nuova versione del Teatro dei Pupi di antica e venerata memoria.

Per chi vive al di là dell’Atlantico, l’Europa del Sud è un’unica spiaggia che si estende da Marbella a Mikonos.e non saranno certo il Tempio della Concordia, le Metope di Selinunte o il Satiro Danzante a far loro cambiare idea. A chi scrive resta l’amaro compiacimento di aver anticipato il professor Ferguson seppure all’ombra della Statua di Carlo V – sul cui impero non tramontava mai il sole – che tra le basole perennemente sconnesse di Piazza Bologni si ostina a stendere la mano nell’inascoltato secolare gesto che dice “basta la misura è colma”.

Spiegheremo un giorno al professore Ferguson che anche la nostra “classe dirigente” immaginava che sarebbe andata a finire così, ma ha preferito non preoccuparsi più di tanto perché, si sa, annunci di questo genere “offuscano l’immagine della Sicilia”. Ma non l’avevo già sentito dire ?

Saluti dal futuro.

 

Loris Sanlorenzo

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