Lipari, cittadini in strada contro tagli alla sanità «Arrivano i turisti ma i servizi restano carenti»

Sono scesi in piazza a protestare perché il loro diritto alla salute non venga meno. Chiedono da sempre che il fatto di vivere su una piccola isola non li allontani dal mondo e tolga loro i diritti che Stato e Regione dovrebbero garantire. «A Lipari non si può più partorire in ospedale, dopo i tagli ai punti nascita decisi per centri con meno di 500 abitanti. E se hai bisogno del cardiologo devi sapere quali giorni trovarlo». A dirlo è l’avvocato Francesco Rizzo di Vento Eoliano&Altri che oggi ha organizzato insieme ad altri attivisti una protesta. 

Un centinaio di persone ha partecipato spostandosi davanti all’ospedale eoliano per dire no ai tagli. «Anche perché adesso con il decreto che riorganizza la nuova rete ospedaliera verrebbe soppressa anche l’ambulanza del 118 con medico a bordo», prosegue Rizzo. Ecco perché hanno deciso di costituire un comitato, presentare un ricorso al Tar di Catania e redigere un documento da produrre davanti al tribunale del malato. «Contestiamo le carenze nell’organico dei medici – puntualizza Rizzo – e l’impossibilità di partorire a Lipari, a dispetto di alcune deroghe concesse ad altri nosocomi egualmente disagiati; l’insufficienza di personale al pronto soccorso; la mancata attivazione del reparto di lungodegenza; le difficoltà organizzative nelle sedi di guardia medica delle Isole minori» aggiunge l’attivista, che è candidato a sindaco di Lipari alle prossime amministrative. 

«Il mese scorso presso l’isola di Filicudi un primo soccorso è stato effettuato mediante un’auto privata. Si sottovaluta la vocazione turistica di Lipari. Da questo mese – sottolinea Rizzo – arriveranno i turisti. Si parla di 40mila presenze con l’isola che avrà gli stessi servizi ospedalieri invernali». Alla manifestazione erano presenti anche alcuni abitanti delle altre isole dell’arcipelago. Tra loro anche Palmina e Marco Biviano, i fratelli disabili di Pianoconte, affetti da distrofia muscolare, che a giugno 2015 protestarono davanti a Montecitorio stabilendosi con una tenda e dopo mesi di lotta hanno ottenuto di essere assistiti insieme alle loro sorelle, anch’esse affette dalla stessa malattia, grazie al progetto di telemedicina che li vedrà collegati costantemente con l’Ircss Centro neurolesi Bonino Pulejo di Messina.

Simona Arena

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