L’intercettazione tra Bianco e Ciancio I passaggi della storia senza risposte

La notizia dell’intercettazione tra Enzo Bianco e Mario Ciancio Sanfilippo ha scosso Palazzo degli elefanti, la politica e la società civile. Dal momento della pubblicazione, ieri in esclusiva su MeridioNews, si sono rincorsi i commenti delle associazioni, degli esponenti politici regionali e nazionali e dei comitati che da sempre si battono contro il Pua (piano urbanistico attuativo – variante Catania Sud) e il relativo progetto da 300 milioni di euro. Considerato il grande numero di reazioni che si sono susseguite, riassumiamo i passaggi fondamentali di un caso complesso.

Cos’è il Pua. Approvato nel 2002 – varianti urbanistiche comprese -, non è ancora concluso l’iter del piano attuativo Catania-Sud che porterebbe sulla costa alberghi, campi da golf, un centro congressi e persino un acquario. Una cementificazione selvaggia secondo il comitato di cittadini che vi si oppone, ma anche un progetto entrato tra le pagine della sentenza che ha condannato l’ex governatore Raffaele Lombardo per concorso esterno in associazione mafiosa.

L’ombra di Cosa nostra. L’unico progetto per l’area interessata dal Pua è quello presentato dalla società Stella Polare srl. Fondata nel 2005 da tre persone: il veronese Renzo Bissoli e i due catanesi Salvatore Modica e Francesco Strano. Tutti e tre, in modi diversi, sono nomi già noti alle forze dell’ordine. Di Bissoli si è parlato per via dei suoi rapporti con l’imprenditore autonomista – condannato in Appello a cinque anni per associazione mafiosa – Mariano Incarbone. Gli altri due, invece, vengono collegati dagli investigatori in modo diverso ai clan Laudani ed Ercolano.

Gli interessi di Ciancio. Il grande centro polifunzionale previsto dal progetto di Stella Polare dovrebbe sorgere su terreni che, per circa il 30 per cento, erano di proprietà di Mario Ciancio. Il passato è d’obbligo, perché quegli stessi terreni sono stati venduti alla società di Bissoli. L’editore, però, secondo i magistrati, non si è limitato a cedere gli appezzamenti, ma avrebbe seguito da vicino lo sviluppo burocratico dell’affare, attivando le sue conoscenze politiche.

L’intercettazione. Il 18 aprile 2013 mancano due mesi all’elezione del nuovo sindaco di Catania. Enzo Bianco inizierà di lì a poco la sua campagna elettorale e in consiglio comunale, il giorno prima, è stato approvato il Pua. È l’allora candidato sindaco a telefonare all’imprenditore, direttore ed editore del quotidiano La Sicilia, Mario Ciancio Sanfilippo. Nel corso della conversazione, Bianco ricorda a Ciancio come tutto sia andato secondo le previsioni.

Le reazioni all’intercettazione. Dopo la pubblicazione dell’intercettazione, associazioni, società civile e politici hanno chiesto chiarimenti. Su più livelli. Catania bene comune, il comitato No Pua e il MoVimento 5 stelle reclamano le dimissioni di Enzo Bianco. Claudio Fava, vicepresidente della commissione nazionale antimafia, ha garantito che la prossima settimana porterà il caso alla Camera. Fausto Raciti, segretario regionale del Pd, si è mantenuto cauto: «Una normale telefonata tra un imprenditore e un politico», l’ha definita. Mentre Luca Spataro, che dal ruolo di segretario etneo dei democratici si è dimesso a marzo 2013, sostiene che qualcosa da spiegare ci sia. E lo stesso chiedono Città Insieme e AddioPizzo: risposte. Non solo sul contenuto della conversazione, ma sul motivo per il quale è stata fatta. 

La replica a metà di Enzo Bianco. Quella del primo cittadino di Catania è l’unica voce che manca. Dopo un primo comunicato stampa, all’interno del quale il nome di Mario Ciancio non viene mai fatto, il sindaco ha deciso di negarsi ai giornalisti. Dopo aver convocato una conferenza stampa a Palazzo degli elefanti sulla raccolta differenziata ha scelto di non presentarsi. Facendo spiegare al suo ufficio stampa di essere stato trattenuto per via di una riunione a distanza con il governo. Ma i cronisti che hanno provato ad aspettarlo nel cortile del palazzo di città, in attesa della fine di quest’altra sua telefonata, sono stati buttati fuori dai vigili urbani.

Redazione

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