L’immobile affittato dal Comune per 480mila euro La risposta della Imeservice: «Falsità da Notarbartolo»

Riceviamo e pubblichiamo la replica della società Imeservice, di proprietà della famiglia Tregua, al nostro articolo del 9 gennaio:

Premessa: apprezziamo lo spazio che è stato dato a quanto esposto da uno sconosciuto consigliere comunale, braccio del’ex sottosegretario di Stato Giuseppe Berretta, volto a crearsi gratuita pubblicità, ma basato su falsità, dopo elencate. Il fatto: questa società ha stipulato con l’amministrazione comunale di Catania tre contratti relativi al’immobile, citato e fotografato, in data 2/1/1998, 5/6/2000 e 1/4/2004. Al 2014 il canone rivalutato era di 87.064 euro, iva e spese condominiali comprese. L’amministrazione ha, giustamente, chiesto una riduzione del canone che la proprietà poteva rifiutare, data la vigenza del contratto. Tuttavia, ha compreso l’esigenza esposta ed ha aderito ad una riduzione, con l’inserimento, nel contratto medesimo, di una bottega angolare a quattro luci, su Piazza Santa Nicolella (Questura), per un canone del valore di 18mila euro/annui. Cosicché l’ammontare della locazione diventa 105.000,64 euro. Viene abbattuto di 24.000,64 euro ed il nuovo canone concordato scende considerevolmente a 80.000 euro, Iva e spese condominiali comprese. 

Falsità: 

1. Non è vero che il canone è di 6.666 euro mensili, pari a 80.000 euro in quanto esso è comprensivo di Iva e spese condominiali pari a 16.000 euro. Il vero canone netto è di 64.000 euro. 

2. Non è vero che l’intero immobile sia di 30 mq, ma di 472 mq. 

3. Non è vero che la bottega a quattro luci sia una “stanza”, bensì si tratta di quattro vetrine sula piazza Santa Nicolella e sulla via Manzoni che consentono una forte attività di immagine e sostanziale del Comune. Essa ha, inoltre, un seminterrato della stesa dimensione. 

4. Non è vero che le quotazioni immobiliari dela zona lo danno a un massimo di 3000 euro mensili. Non sappiamo se tale consigliere sia un ingegnere o un tecnico. Se lo fosse stato si sarebbe avvalso del’Osservatorio immobiliare del’Agenzia del Territorio e avrebbe scoperto che il canone è ampiamente dentro la forcella. 

5. Non è vero che il Comune aveva disdetto il canone il 12 settembre scorso, ma aveva inviato una raccomandata il 13/09/2013 cui non era stato dato alcun seguito perché la locazione era regolarmente continuata nel 2014. 

6. Non è vero che la riduzione del canone sia stata del 2%, bensì del 24%. 

7. Non è vero che l’intero importo relativo alla registrazione del contratto sia solo di 1.200 euro perché altrettanto importo è a carico di questa società. 

8. Non è vero che l’immobile sia fatiscente perché, nel 2014, tutto il primo piano e tutto il pianterreno hanno avuto l’opportuna manutenzione, come sanno gli impiegati comunali che vi lavorano. Inoltre, in dicembre 2014, è stato predisposto, a cura del direttore dei lavori, un’ulteriore manutenzione del seminterrato da eseguirsi in questo mese. Si fa presente che, negli scorsi anni, tutto lo stabile è stato oggetto di manutenzione straordinaria, con una spesa complessiva di oltre 150.000 euro, di cui quella relativa alla parte locata è stata di oltre 17.000 euro. Chiunque passi per via Manzoni può rilevare come l’intero palazzo sia in eccellenti condizioni di manutenzione. 

9. Non è vero che l’immobile generi cattivo odore, ma è vero che qualche volta, dai tombini della strada esca cattivo odore, di cui godono anche lo stabile della Questura e quelli prospicienti le due piazze. 

Considerazioni: 

1. Non sappiamo che cosa abbia indotto tale consigliere a intraprendere questa indagine. Se il fatto da lui denunciato fosse stato vero, i cittadini dovrebbero essergliene grati. Ma quando ciò che si porta alla pubblica opinione è pieno di falsità, le bugie si ritorcono contro chi le dice. 

2. Che si voglia utilizzare strumentalmente una questione per una lotta interna al Partito democratico dispiace perché si coinvolgono inutilmente terzi che non c’entrano. Fare facile scandalismo dovrebbe essere sostituito da un vero servizio ai cittadini. Il consigliere farebbe bene a proporre soluzioni per fare aumentare Pil e occupazione della città di Catania. 

3. Va precisato, infine, che dal canone netto di 64.000 euro bisogna sotrarre l’Imu, pari a oltre 6.000 euro e Irpeg/Irap pari a oltre 20.000 euro. Cosicché il canone effettivo residuo diventa 38.000 euro.

Redazione

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