Lido Tribeach, i cittadini rimuovono la rete «LiberAzione del lungomare bene comune»

In una delle prime domeniche di primavera erano stati gli stessi cittadini a riappropriarsi spontaneamente di un tratto del lungomare etneo. Ieri a completare l’opera ci hanno pensato una decina di catanesi appartenenti al gruppo Azione risveglio. In serata hanno rimosso 250 metri di rete che dovevano servire a proteggere il lido Tribeach ma che di fatto impedivano ai passanti anche la sola vista del mare. Una struttura contestata che adesso, come riporta il sito d’informazione Argo, dovrà essere sgomberata. Almeno sulla carta.

La vicenda risale allo scorso luglio quando, tra le proteste di cittadini e ambientalisti, viene costruito un nuovo lido tra piazza Tricolare e piazza Nettuno. In un tratto del lungomare etneo fino a quel momento liberamente accessibile ai catanesi. All’interno, pian piano spuntano gazebo, prato inglese e canne di bambù. Un vero pugno in un occhio, secondo le associazioni cittadine, che non rispetta lo scenario mediterraneo tutto intorno. Ma non solo. La società Buy2build, proprietaria del lido, decide anche di innalzare una lunga e alta recinzione metallica che cinge la struttura del lido e impedisce la vista del mare in una delle classiche passeggiate cittadine di catanesi e turisti.

Ed è proprio la rete della discordia, insieme ad alcune autorizzazioni mancanti e prescrizioni non rispettate, uno dei punti al centro del contenzioso tra la ditta e il Comune di Catania. Uno scontro che, il 17 agosto, porta il Demanio marittimo a revocare la concessione dell’area al Tribeach. Proprio di fronte a dove, poche settimane prima, la capitaneria di porto aveva già vietato la balneazione. Eppure il lido prosegue la sua attività fino a settembre. Con una rete alta più del metro e mezzo indicato dal Comune e senza smontare a fine stagione, come invece previsto dagli accordi.

Il 28 marzo la questione sembra risolversi con un’ordinanza di sgombero della zona proveniente ancora dal Demanio marittimo. Un ultimatum da rispettare entro dieci giorni. Ma, in attesa della prossima mossa della società e di conoscere il destino della struttura, domenica 7 aprile alcune famiglie catanesi hanno preso l’iniziativa: passando per una porta a vetri in frantumi – probabile conseguenza di un atto vandalico – hanno occupato il lido e passato la giornata sdraiati sul prato inglese, godendosi il mare. Ieri invece, in occasione della festa nazionale della Liberazione, gli attivisti del Gar etneo, muniti di cesoie, hanno completato l’opera rimuovendo la tanta contestata rete al motto di «Lungomare bene comune».

Redazione

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