«Ordinanza di sgombero senza confronto, ma la preside è dalla nostra parte». La frase campeggia tuttora all’ingresso del liceo classico Nicola Spedalieri. Il messaggio, a sfondo ironico, racchiude la posizione di buona parte degli studenti e dà l’idea dell’aria pesante che si respira nel plesso scolastico di piazzale Annibale Arriccò. Da mesi, infatti, i rappresentanti degli studenti chiedono rassicurazioni sull’agibilità della struttura e sui lavori di sistemazione in alcuni locali della scuola, sollecitando la reggente Daniela Di Piazza e altri enti competenti a intervenire.
Le pressioni degli studenti erano culminate in un’assemblea di istituto il 10 gennaio prima e nella successiva occupazione della scuola cinque giorni dopo. Iniziativa cui ha posto fine la Digos, sgomberando i ragazzi assiepati nell’istituto. A sentire alcuni studenti sarebbe stata proprio la reggente Di Piazza a informare le forze dell’ordine. «Il giorno successivo all’occupazione la preside ha negato di aver chiamato le forze dell’ordine, ma nelle ultime uscite pubbliche su questo e su altri argomenti non ha né confermato né smentito», racconta Niccolò Basile a MeridioNews, uno dei rappresentanti d’istituto identificato insieme ad altri ragazzi. «L’occupazione è iniziata alle 18, ma è durata pochi minuti, non c’è stata nessuna denuncia – continua – ed è stata un gesto utile per sensibilizzare il più possibile chi di dovere sulle problematiche che investono la nostra scuola. Anche se – annota Basile – da quel momento si è sicuramente creata frizione tra preside e studenti».
Dopo l’occupazione alcuni studenti, insieme ai dirigenti dello Spedalieri e dell’istituto Boggio Lera, sono stati ricevuti in prefettura dal vice capo di gabinetto. Secondo i rappresentante degli studenti, però, l’incontro non sembra sia servito a ripianare le distanze: «Non ero presente – precisa Basile – ma dall’assemblea del giorno dopo abbiamo saputo che alcune ragazze sarebbero state interrotte durante l’incontro mentre la preside non avrebbe elencato tutti i problemi della scuola».
Una situazione, quella tra studenti e dirigenza, che adesso pare giungere all’esasperazione. «Già da qualche settimana avevo chiesto che ci venisse rilasciato un documento che attesti l’agibilità del plesso – osserva Basile – e la preside ci ha risposto che il documento esiste, ma la Città metropolitana di Catania non lo avrebbe ancora rilasciato». I dubbi agli studenti crescono poi davanti al documento di valutazione dei rischi pubblicato sul sito della scuola. Qui, alla voce «Certificato di agibilità (idoneità statica, igienico-sanitaria e conformità impianti)», segue un «No». Sullo stesso documento poi si segnala il «no» anche riguardo la conformità dell’impianto termico e accanto alla voce «certificato prevenzione incendi». Desta preoccupazione anche la possibile mancanza di un piano di evacuazione.
Tutto nasce dall’incidente dello scorso ottobre immortalato da un video: uno studente tocca una ringhiera e resta attaccato a causa di una scarica elettrica, finendo in ospedale. «Da quando questo ragazzo è rimasto aggrappato al balconcino del cortile – prosegue Niccolò Basile – colpito da una scarica alle braccia, non sappiamo se a scuola è presente un salva-vita o meno. La preside ci ha detto che gli impianti sono stati controllati, ma non sappiamo se effettivamente le cose stanno così».
La reggente Di Piazza – che MeridioNews ha provato a contattare, senza però avere riscontro – nelle ultime uscite pubbliche ha ribadito di essere accanto agli studenti. Sempre dalle parole del rappresentante degli studenti, sembra però che qualcosa si sia mosso: «Già venerdì sono venuti dei funzionari della Multiservizi a fare dei controlli per riparare le infiltrazioni – conclude – e siamo molto soddisfatti perché queste manifestazioni sono servite a far riscoprire agli studenti un senso di appartenenza con la scuola». Basile preannuncia poi la richiesta di una cogestione: un’assemblea con la preside e il corpo docenti. Al rappresentante si aggiunge Egle Caudullo, altra studentessa dello Spedalieri: «Vogliamo rassicurazioni: abbiamo infiltrazioni, locali fatiscenti e non abbiamo avuto risposte a qualsiasi nostra richiesta. Pensavamo che la preside fosse davvero dalla nostra parte, ma per adesso sembra non essere così».
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