Librino, un bilancio dell’intervento di G124 Corbìa: «Qui serve un nuovo piano regolatore»

«Non credo che Librino cambierà a breve. Bisogna superare la mancanza di servizi mai realizzati». «Quel che è certo è che, nel prossimo piano regolatore, che manca da 40 anni a Catania, non si potrà confermare il piano di zona di Kenzo Tange: va cambiato radicalmente a iniziare dall’approccio ai problemi». E per Roberta Pastore e Roberto Corbìa, i due giovani architetti che si occupano del rammendo urbano del grande quartiere della zona sud di Catania con il progetto denominato G124 voluto dal senatore a vita Renzo Piano, l’unico futuro per il grande problema urbanistico di Catania è uno solo: «Coinvolgere le persone che abitano il quartiere nella realizzazione di piccoli obiettivi». E nello spirito di interventi mirati «ad agopuntura», come li definisce Pastore, i due, supportati dall’architetto Mario Cucinella, si sono concentrati specificamente su un’area: quella del campo San Teodoro gestito dai Briganti rugby. Oggi, a cinque mesi dall’inizio del lavoro sul campo, si vedono le prime opere. Le hanno denominate Bal, acronimo di Buone azioni per Librino.

«Abbiamo realizzato un percorso pedonale con quindici giochi da strada didattici, per collegare la vicina scuola Brancati al campo. Abbiamo inoltre messo una copertura per ripararsi dal sole sulle strutture in metallo già presenti, di fronte alla club house Peppe Cunsolo», spiega Pastore, davanti agli artisti e ai volontari che si stanno occupando di disegnare i giochi realizzati con l’accademia Abadir. L’intervento più grosso resta comunque quello realizzato nell’area dei cosiddetti orti urbani: «L’azienda Tecnis ha sponsorizzato la realizzazione di questa collina, dove prima c’era un dislivello. Qui ci saranno tantissimi orti, che si aggiungono a quelli già presenti e realizzati dai ragazzi del Comitato campo San Teodoro

Quel che è certo è che nel prossimo piano regolatore, che manca da 40 anni a Catania, non si potrà confermare il piano di zona di Kenzo Tange

L’area a verde verrà realizzata in un secondo momento con un intervento di Confagricoltura», spiega Corbìa. Che ammette: «Forse la più grande vittoria di questo nostro intervento è quello di aver portato la città ad occuparsi di Librino: abbiamo avuto sorprendentemente aperte le porte da enti ed istituzioni», spiega l’architetto scelto da Renzo Piano. Così Ance, Confindustria, Confagricoltura, università di Catania, ma anche l’amministrazione comunale di Enzo Bianco, hanno fatto tutti qualcosa per migliorare l’aspetto di un campo che, fino all’occupazione dei Briganti del 25 aprile 2012, era solo un’opera irrealizzata e abbandonata.

«Ci dobbiamo impegnare tutti, a partire dall’università di Catania, affinché questo posto diventi un parco urbano per tutto il quartiere», afferma il professore di Sociologia urbana Carlo Colloca, il maggiore supporter dell’iniziativa a livello d’ateneo. L’attenzione per il progetto dei ragazzi di Renzo Piano, però, non è stata certo quella riservata a chi negli anni ha impegnato volontariamente il suo tempo per ripristinare il San Teodoro. «Noi siamo stati molti anni per costruire qualcosa, e l’attenzione da parte dell’amministrazione verso il G124, dei ragazzi che hanno fatto un grande lavoro, è stata certamente maggiore. Noi vorremmo che l’amministrazione, la nostra amministrazione, dimostri questo interesse sempre», spiega Piero Mancuso, una vita passata a Librino da volontario, dove ha fondato i Briganti rugby Librino e ancor prima il centro Iqbal Masih di viale Moncada, realtà da cui è nato poi il comitato spontaneo che ha ripristinato e reso fruibile il San Teodoro. Per la struttura si attende ancora, a giorni, una firma dell’accordo di assegnazione da parte del Comune di Catania ai Briganti rugby. Un passaggio che potrebbe aprire nuove prospettive non solo per la palla ovale ma per tutto il quartiere, con il coinvolgimento della Federazione italiana rugby che ha già omologato il campo  da due anni.

Leandro Perrotta

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