Librino, per la pista ciclabile manca solo il verde «Per evitare che secchi». Consegna a fine anno

«Entro la fine dell’anno, al cento per cento, si potrà andare in bicicletta lungo la pista ciclabile di Librino». Parola di assessore. È Pippo Arcidiacono ad assicurare che gli ottocento metri lineari che collegano viale Nitta a viale San Teodoro saranno pronti entro il 2019. Stando alla precedente deadline che era stata fissata, in realtà, l’opera avrebbe dovuto essere consegnata nel mese di settembre. I ritardi, però, si erano già accumulati nel tempo.  

Adesso, per la parte del progetto che riguarda il tratto accanto agli orti urbani su viale Moncada, aggiudicato alla ditta Mammana Michelangelo (con sede legale a Castel di Lucio, in provincia di Messina), «i lavori della pista pedonale e ciclabile sono completi – spiega a MeridioNews Filippo Maccarrone, responsabile unico del procedimento per il Comune di Catania – manca solo la parte di addobbo del verde. Per questo stiamo aspettando che rinfreschi un po’ il tempo – afferma – per evitare che si secchi troppo velocemente». 

Sul sito del Comune, nei giorni scorsi, è stato pubblicato un provvedimento dirigenziale che ha per oggetto la richiesta di liquidazione all’impresa che si sta occupando dei lavori di un importo di 355.446,30 euro. Il progetto che dovrebbe vedere la luce entro l’anno, riguarda il percorso di circa un chilometro – inserito nel programma triennale delle opere pubbliche 2017/2019 e finanziato con i soldi del Patto per Catania a ridosso del campo San Teodoro

«Quando la ditta mi darà una data certa per la fine dei lavori – dice Arcidiacono – fisseremo i collaudi che sono fondamentali per accertare che tutti i lavori siano stati eseguiti correttamente». Un passaggio indispensabile prima dell’inaugurazione e della consegna dell’opera. Per la fine ufficiale dei lavori, stando a quanto trapela, potrebbero volerci una decina di giorni al massimo, poi per i test i tempi stimati vanno da uno a due mesi circa. 

Poi, la città satellite progettata a metà degli anni Settanta dall’architetto giapponese Kenzō Tange potrebbe godere di quello che è stato definito «uno strumento per superare la marginalità». Una pista ciclabile bidirezionale – larga tre metri e fatta di un conglomerato bituminoso colorato – che sarà dotata di un sistema di smaltimento delle acque meteoriche e di un impianto di illuminazione a led a basso impatto energetico. Un marciapiede largo circa un metro e mezzo sarà affiancato da un muretto basso (50 centimetri) in calcestruzzo sagomato a forma di sedile. Inoltre, per evitare che la pista venga utilizzata da autoveicoli, nella carreggiata saranno sistemati dei paletti dissuasori.

Marta Silvestre

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