Librino, il nuovo progetto di Antonio Presti Trasformare le spine verdi in opere d’arte

Arte che crea paesaggio, arte che crea città. Antonio Presti, mecenate e fondatore di Fiumara d’arte, ha un nuovo progetto per Librino. Nel mirino della sua visione rivoluzionaria di cancellare il degrado attraverso la bellezza sono finiti gli spazi verdi del quartiere a Sud di Catania. Le famose spine, quei ritagli tra i palazzoni di cemento che sarebbero dovute diventare un marchio di qualità del rione progettato dal giapponese Kenzo Tange negli anni ’70, e che invece sono lo specchio più fedele di un fallimento.

Una segnatamente è al centro della nuova idea della fondazione: quella su cui si affaccia l’istituto comprensivo Campanella-Sturzo, della grandezza di un ettaro e delimitata dal viale Bummacaro e da numerosi condomini in cui abitano centinaia di bambini. Sono loro, in particolare quelli compresi tra la prima e la terza media, i protagonisti della prima fase di Tu sei bello come un fiore, il nome che Presti ha voluto dare a questa iniziativa che mira non solo a ridare un aspetto dignitoso alla striscia di verde, ma a trasformarla in una vera e propria opera d’arte grazie al contributo di paesaggisti e artisti di fama internazionale. «Iniziamo un percorso maieutico e di condivisione attiva e militante con i residenti: trasformeremo la munnizza in bellezza», spiega il mecenate.

L’idea segna un passo avanti rispetto alla realizzazione della Porta della Bellezza. Identico è il tentativo di ripensare dal basso la propria città e il paesaggio in cui si vive, attraverso percorsi di partecipazione guidati da importanti professionisti e artisti, come Jordi Belmunt e Agata Buscema, tra i promotori della Biennale del paesaggio di Barcellona, e Lara Riguccio. Ma in questo caso il rischio e il livello di responsabilizzazione degli abitanti del quartiere sono maggiori. Il verde richiede manutenzione. «Il Comune, nel caso della Porta, aveva promesso di mettere i fari e curare le aiuole, ma non lo hai mai fatto», sottolinea Presti.

Da qui la sfida: traformare il verde in opera d’arte, aggiungendo installazioni e creazioni, fare di Librino un modello di spazio pubblico contemporaneo. «Vincolare il fiore come opera d’arte è un fatto politico – precisa il presidente di Fiumara d’Arte – Sarebbe la Soprintendenza ai beni culturali, che stiamo coinvolgendo sin dalle prime battute, ad occuparsi di questo spazio, affidandolo magari a una scuola o all’Accademia delle belle arti».

Il progetto ha una durata di tre anni almeno. La fase inziale, attualmente in corso, prevede un iter didattico rivolto ai ragazzi di prima media che potranno così seguire l’intero percorso. «Spieghiamo il ruolo del paesaggio e del verde nello spazio pubblico – spiega Lara Riguccio, una delle paesaggiste-insegnanti – Gli studenti sono chiamati ad un lavoro di analisi e studio dell’area: devono osservare e scattare fotografie dai condomini in cui vivono per intepretare le esigenze dei residenti, analizzare la loro mobilità e cogliere eventuali opportunità». La parte teorica durerà all’incirca un anno. Una parte delle lezioni è affidata alla Forestale che parlerà ai ragazzi di tutela dell’ambiente, di lotta all’abusivismo e all’abbandono dei rifiuti, di legalità e reati ambientali.

Oltre al Corpo forestale, il progetto avrà la collaborazione dei dipartimenti di Architettura e di Gestione dei sistemi agroalimentari e ambientali dell’università di Catania; degli ordini degli Agronomi, degli Ingegneri e degli Architetti; dell’Istituto nazionale di Architettura; dell’Associazione italiana di architettura del paesaggio (AIAPP) e dell’Associazione italiana per l’ingegneria naturalistica (AIPIN).

Salvo Catalano

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