«Qui se il Comune non interviene al più presto ci può scappare il morto, come è successo alla galleria Umberto di Napoli qualche settimana fa». Il signor Alessandro è stanco: vive in viale Nitta 12 a Librino, un grande complesso di sei palazzine, quattro da 3 piani e due da otto. In totale sono 128 appartamenti, tutti costruiti con il piano di edilizia popolare e ancora in gran parte di proprietà dell’amministrazione etnea. E il complesso, dal rifacimento degli scalini ormai distrutti fino ad arrivare al ripristino dei bocchettoni antincendio, richiede interventi di somma urgenza. «Solo una quarantina di questi sono stati riscattati dagli inquilini, che ora ne sono i proprietari – spiega Alessandro – ma mettersi d’accordo per eseguire i lavori è impossibile», spiega l’uomo, che fa un lungo elenco di cosa non va.
«Innanzitutto, ci sono da sistemare i balconi: cadono calcinacci che possono diventare pericolosi. Poi ci sono da sistemare i tetti: mia madre ha un appartamento qui vicino, e paga regolarmente il canone di locazione a differenza di molti altri, di inverno ha la pioggia dentro casa», spiega l’uomo. Disposto a fare la sua parte per quanto riguarda i lavori, ma «gli edifici sono in gran parte di proprietà comunale, e quindi il Comune deve intervenire, in venti anni che abito qui non lo ha mai fatto. Non possono ricordarsi di Librino solo quando c’è da chiedere voti», afferma.
E proprio dalla politica, il signor Alessandro vuole delle spiegazioni. «Ho chiesto al presidente della municipalità, che mi ha promesso che se ne sarebbe occupato. E giorno 24 luglio avrò un appuntamento con il vicesindaco Marco Consoli – continua il residente – So che della questione devono occuparsi i Lavori pubblici, ma devono farlo prima che arrivi l’inverno: qui quando arriva la pioggia la situazione è insostenibile», conclude.
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