Una prima pagina, quella di oggi del quotidiano Libero, per la quale mi piace scomodare la famosa e indimenticabile frase ad effetto «Io ne ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi», pronunciata dall’attore Rutger Hauer che la recita nel monologo finale di «Blade Runner», il film di fantascienza diretto nel 1982 da Ridley Scott.
E qui ci sta tutta l’enfasi di quelle parole che il titolo, ad effetto di Libero, si presta sicuramente con una polemica che sui social, in queste ore, era inevitabilmente scontata. In effetti al di là della forzatura «giornalistica» dettata da un mero calcolo: quello di vendere più copie, sinceramente il nesso tra il «calo del Pil e l’aumento dei gay», come citato in apertura di giornale, qualche dubbio amletico lo pone. Anche perchè se fosse vera la notizia non sarebbe certamente l’aumento dei gay a fare la notizia ma il calo del Pil che rimane l’elemento più grave. Quest’ultimo poi supportato da una reale costatazione: il crollo della produzione industriale che ripeto con gli omosessuali non c’entra nulla. Ma non divagando, non sono mancate le prese di posizioni tra cui quella su facebook di Ninni Terminelli, storico esponente della sinistra palermitana e del Pd che indignato ha scritto un duro post titolando: «Vergogna, vergogna, vergogna».
«Ancora un titolo che colpisce il valore fondante dell’uguaglianza – dice Terminelli nel post – che ghettizza le differenze e le espone alle reazioni di una sottocultura sociale, basata sulla pancia». E continua attaccando anche Salvini, «colpevole – a suo dire – di aver scardinato quel patrimonio condiviso di valori e principi di cultura politica, soffiando sul vento delle differenze per trarne consenso politico. Siamo nella pagina contemporanea più nera della nostra Repubblica».
E infine lancia un appello: «Le culture democratiche devono unirsi, mettendo da parte le differenze, per fermare questa pericolosa e sempre più grave deriva».
Ovviamente ognuno tira acqua al proprio mulino e se Terminelli difende i diritti di chi viene «ghettizzato», il giornale diretto da Pietro Senaldi il cui mentore e attuale direttore editoriale è Vittorio Feltri, difende in toto la linea del suo giornale.
E non poteva non arrivare la ciliegina sulla torta con l’intervento di Vito Crimi dei cinquestelle, sottosegretario con delega all’editoria: «Provo disgusto per il titolo del giornale Libero che riceve soldi pubblici che prima pubblica titoli razzisti contro, poi oggi anche omofobi. Avvierò immediatamente una procedura interna per vagliare la possibilità di bloccare l’erogazione dei fondi residui spettanti a un giornale che offende la dignità di tutti gli italiani e ferisce la democrazia».
E, quindi, la polemica è appena all’inizio che sicuramente Libero sfrutterà, a proprio vantaggio come pubblicità gratuita. Il resto rimane sempre e, comunque, un Truman show.
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