Nelle prime file di sedie ci sono ex Pd, dirigenti dei tre partiti, candidati di sinistra alle Regionali del 5 novembre. C’è pure qualche ex amministratore, come Paolo Castorina, già sindaco di Aci Castello. Un centinaio di persone. Forse qualcuna in più, forse qualcuna in meno. La prima assemblea pubblica di Liberi e uguali – riunitasi oggi pomeriggio in un locale nelle vicinanze della stazione ferroviaria – serve soprattutto a riaccendere il motore, in vista del voto del 4 marzo. La lista composta da Mdp, Sinistra italiana e Possibile sarà guidata, sul piano nazionale, dal presidente uscente del Senato Pietro Grasso. Qualche giornalista cerca di chiedere ai più scafati se ci sia già un criterio per selezionare le candidature alle Politiche. Ma non è aria. «No, non ne abbiamo ancora parlato – spiega Paolino Mangano a MeridioNews – su questi temi ci sarà maggiore chiarezza dopo il 7 gennaio, quando si riunirà a Roma l’assemblea nazionale».
Una semplice, algebrica sommatoria di partiti? C’è chi non la vede così. «Certo – dice il consigliere comunale fuoriuscito dal Pd Niccolò Notarbartolo – qui ci sono ovviamente i rappresentanti dei tre partiti fondatori, ma Liberi e uguali non è solo questo, ci dà la possibilità di allargare questo perimetro a sinistra del Partito democratico». Ad aprire il dibattito, al tavolo, è l’attivista e sindacalista ex Popolo viola Massimo Malerba. Gli interventi si susseguono. Per lo più, c’è preoccupazione per una campagna elettorale che si preannuncia non diversa da quelle recenti: urlata, sensazionalista, povera di contenuti politici.
Difficile individuare qualche nome da toto candidatura senza incorrere in forzature. Impossibile escludere un secondo giro per coloro che alle Regionali ci hanno messo la faccia. In assemblea non mancano due uomini forti della lista Cento passi per la Sicilia di Claudia Fava: Danilo Festa e Vittorio Bertone. Dal momento che l’avvicinamento al voto sarà piuttosto breve, far correre chi è ancora madido di sudore avrebbe un senso. «No, non abbiamo ancora stabilito i criteri di scelta – conferma Festa – ma non c’è alcuna pregiudiziale contro chi si è impegnato alle Regionali».
Tanto più che, ad oggi, non è ancora del tutto chiaro quale sarà il posizionamento nazionale di LeU. Critico, a volte caustico, verso il Pd, ma pronto a discutere, se non ad allearsi, con i dem dopo il voto? O disponibile addirittura – come hanno ipotizzato alcuni dirigenti – ad aprire una linea di dialogo con il Movimento 5 stelle per fare muro contro un centrodestra di nuovo in forma smagliante?
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