Liberi Consorzi, arriva il “No” dai 21 Comuni compresi tra il fiume Belice e il Platani

LA PROPOSTA, CONTENUTA IN UN DOCUMENTO CONDIVISO DAL GOVERNO REGIONALE, NON HA SUPERATO IL VAGLIO DELLA COMMISSIONE AFFARI ISTITUZIONALI DELL’ARS. CHE INVECE CON IL SOLITO ANTONELLO CRACOLICI HA FATTO DI TESTA PROPRIA. L’ANALISI DEL SINDACO DI CASTELVETRANO-SELINUNTE, FELICE ERRANTE.

Non piace ai ventuno Comuni siciliani ricadenti nel territorio compreso tra il fiume Platani ed il Fiume Belice il disegno di legge, approvato in Commissione Affari Istituzionali dell’Ars ed in discussione nelle prossime ore a Sala d’Ercole, sede del Parlamento siciliano, sull’istituzione dei Consorzi dei Comuni al posto delle Province.

Ne abbiamo parlato con il Sindaco di Castelvetrano-Selinunte, Felice Errante.

“Nel settembre 2013 – racconta Errante – abbiamo presentato al Governo regionale ed all’assessore alle Autonomie locali, Patrizia Valenti, il documento sottoscritto da ventuno Sindaci per promuovere la costituzione di un Consorzio dei Comuni ricadenti tra la sede dell’antica città greca di Eraclea Minoa e Marinella di Selinunte a due passi dal Parco archeologico greco più vasto d’Europa. Simbolicamente richiama il territorio che ha rappresentato la vecchia provincia Selinuntina, caratterizzato da un’unica vocazione ricompresa tra l’area Belicina e Saccense”.

Il primo cittadino si sofferma sul documento frutto di un’intesa costruita e condivisa in mesi di lavoro e confronto tra tutti i Comuni interessati. “La proposta di costituzione di un Consorzio dei Comuni, proveniente dal basso – afferma Errante – è stata accolta favorevolmente e condivisa dall’esecutivo regionale. Non si comprende come la Commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana abbia esitato un testo di legge diverso da quello presentato dal Governo regionale di Rosario Crocetta”.

Errante, dalle colonne di questo giornale, non risparmia le critiche per l’accaduto che mortifica la libertà di autodeterminazione dei territori. “Il disegno di legge è una falsa riforma, è un testo deludente che cambia solo il nome agli enti che si vogliono sopprimere – sottolinea Errante a proposito del papocchio varato dalla Commissione legislativa presieduta dal solito Antonello Cracolici -. Invece di chiamarsi Province si chiameranno liberi Consorzi, mantenendo territorio e Comuni già costituenti le vecchie Province da sopprimere. Ai Comuni non viene data libertà di aggregarsi fin dall’inizio secondo il criterio dell’omogeneità territoriale e di uguali aspirazioni e progettualità. Se non si apporteranno i giusti correttivi in Aula, le comunità verranno private della libertà di scegliere con chi stare per dialogare e operare nella gestione della cosa pubblica con una struttura sovra comunale che rispetti e valorizzi ciò che accomuna in termini di vincoli storici, territoriali e culturali”.

Secondo il ragionamento del Sindaco di Castelvetrano-Selinunte, con l’attuale proposta di legge i Consorzi sarebbero calati dall’alto lasciando ai Comuni un termine per trasferirsi da un Consorzio all’altro, con il rischio di peggiorare le cose per il caos istituzionale che potrebbe nascere.

“Il disegno di legge della Commissione Affari istituzionali – tuona Errante – se convertito in legge, non farà altro che peggiorare la situazione. A questo punto sarebbe meglio lasciare tutto com’è”.

Sono diverse le criticità avanzate dal Sindaco della città selinuntina al contenuto del disegno di legge sull’istituzione dei Consorzi dei Comuni al posto delle Province che riportiamo di seguito.

Il testo mortifica le comunità locali per l’impossibilità di poter aderire liberamente al Consorzio dato che è previsto che il territorio coincida con quello della Provincia. Il Sindaco, già oberato di lavoro per affrontare i drammatici problemi quotidiani, non ha alcun interesse a gestire il Consorzio, visto che tale carica sottrarrebbe tempo e penalizzerebbe la propria comunità.

Il disegno di legge non affronta questioni delicate come il futuro dell’Istituto autonomo case popolari (Iacp), della Prefettura, delle scuole medie superiori, delle società partecipate dalla Provincia, delle strade provinciali, degli edifici scolastici e dei relativi canoni di locazione.

Non solo. Non si capisce, ad esempio, con quali risorse dovrebbero essere finanziati i Consorzi dei Comuni dato che il testo di legge nulla dice sui tributi riscossi dalla Provincia.

“I Liberi Consorzi se nascono vincolati e senza risorse – puntualizza Errante – non servono ai cittadini siciliani e ci ritroveremmo di fronte ad una riforma del nulla. L’Ars ha il dovere di ascoltare i Sindaci se vuole evitare di creare un nuovo carrozzone”.

I cittadini che da sempre si riconoscono nell’identità culturale, sociale ed economica di questo ampio ed omogeneo territorio tra Eraclea Minoa e Selinunte soffrono, di contro, la storica lontananza da Trapani e da Agrigento. Distanze che spesso hanno fatto emergere diversità di interessi generali e territoriali.

“Nella prospettiva di una gestione comune dei servizi all’interno del Consorzio dei Comuni, voluto da ventuno Comuni – conclude Errante – esiste già un collegamento funzionale e logistico attraverso il Distretto turistico, il Gruppo azione costiera (Gac), il Tribunale, i collegamenti stradali e l’Azienda sanitaria provinciale (Asp)”.

Il disegno di legge partorito dalla Commissione dalla Prima Commissione dell’Ars è lontano anni luce dalla volontà dei siciliani. I parlamentari all’Ars si sveglino oppure, per il bene comune, è meglio che tutto resti per com’è, in perfetto stile gattopardiano.

Giuseppe Messina

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