Quelli di quest’anno saranno dei campi estivi particolari, anzi, sperimentali. Il team di Libera Terra contro le mafie, infatti, ha pensato per l’estate 2018 a un percorso alternativo. Dal 24 al 30 giugno i campi di impegno e formazione finalizzati al riutilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia si spostano per le vie di Ballarò, con il campo tematico intitolato Libererò: Palermo è Ballarò. «Vogliamo sperimentare per la prima volta una nuova via, sulla scia di tutto il lavoro che si sta facendo nel quartiere», dice subito Lillo Gangi di Libera Palermo.
A dare la direzione, infatti, saranno le associazioni e le realtà che su quel territorio lavorano da anni, da Sos Ballarò al Moltivolti e al Santa Chiara, all’insegna di un percorso di integrazione interculturale dal basso e di riqualificazione sociale. «Realtà che ci aiuteranno a percorrere una strada già tracciata nel tempo e alla quale abbiamo preso parte anche noi di Libera, spesso restando dietro le quinte, compartecipando ad alcuni progetti», spiega Lillo. «Per questo – torna a dire – abbiamo ritenuto utile aprire i campi non solo ai beni confiscati ma anche ai beni comuni, ripeto: è un progetto sperimentale».
Come ogni anni, arriveranno ragazzi da tutta Italia, che potranno prendere parte ai campi estivi e alle attività previste versando una quota di 140 euro: «Supporteranno le progettualità già avviate dalle associazioni del territorio, che li guideranno». Non a caso durante la loro permanenza saranno ospiti per tutta la durata di un nuovo ostello al Santa Chiara, nato grazie al progetto Ragazzi Harraga, e si dedicheranno ad attività tipiche, come la riqualificazione di giardini e parchi urbani, di luoghi all’interno del quartiere, sulla base anche delle preziose indicazioni che arriveranno dai volontari che vivono quotidianamente Ballarò.
Le iscrizioni sono già aperte. Il format rimane sempre uguale: la mattina sarà dedicata ai lavori fisici, mentre durante il pomeriggio si svolgeranno gli incontri e le attività formative sui temi specifici di Libera, con i consueti incontri con i familiari delle vittime uccise dalla mafia e con rappresentanti istituzionali di Palermo, ma guardando anche e soprattutto a particolari problemi, situazioni, argomenti che a Ballarò sono pregnanti e attuali, dall’accoglienza alla dispersione scolastica alla rigenerazione urbana e la riqualificazione del territorio. I partecipanti al campo si immergeranno nella tradizione siciliana attraverso l’impegno nel recupero di spazi urbani e interazioni umane, sullo sfondo delle bellezze monumentali e architettoniche della città.
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