Libera, cinque incendi in dieci giorni Domenica festa di solidarietà a Catania

Libera e i suoi terreni sottratti alla mafia ancora a rischio. Prima l’incendio che poco più di una settimana fa ha distrutto il terreno confiscato al clan mafioso della famiglia Riela in contrada Casablanca, a Belpasso, gestito dalla cooperativa Beppe Montana Libera Terra. Domenica scorsa il fuoco ha ridotto in cenere un campo in provincia di Brindisi, a Mesagne. Danni ingenti anche in questo caso: sono andati distrutti 200 quintali di grano raccolti dai giovani della cooperativa Terre di Puglia Libera Terra in un terreno confiscato alla sacra corona unita. Ieri ancora fiamme in due uliveti nel Trapanese: uno a Partanna e un altro a Castelvetrano. Quest’ultimo poco distante da dove, solo dieci giorni fa, un altro uliveto di Libero era stato incendiato.

Non si hanno ancora certezze sulle cause che hanno provocato gli incendi.  «Non abbiamo novità – conferma Giuseppe Strazzulla, coordinatore di Libera Catania – Nel nostro caso, secondo i carabinieri di Paternò c’è il 50 per cento di possibilità che si sia trattato di dolo. Noi intanto stiamo chiedendo una perizia». Ma, fino a quando non si avranno dei riscontri concreti, nessuno si sbilancia. Nemmeno tra gli inquirenti. Troppi però gli incidenti in così poco tempo. Nella società civile nasce spontanea l’idea di un collegamento. «Non possiamo più pensare a delle coincidenze – risponde don Luigi Ciotti, fondatore di Libera – Qualcosa nel meccanismo di tutela dev’essere rivisto».

I giovani volontari catanesi, intanto, dopo aver visto distrutti i frutti di un anno e mezzo di lavoro, hanno ripreso le attività nel campo come avevano già promesso poche ore dopo l’incendio. «Il coordinamento regionale dell’associazione, che solitamente si tiene nella Sicilia centrale, si è riunito sabato nel campo per manifestare vicinanza ai ragazzi», continua Strazzulla. Un gesto che si accompagna anche alla festa della solidarietà che si terrà domenica alle 17 proprio in contrada Casablanca. «Pianteremo un albero di arancio come simbolo di rinascita», spiega Dora Torrisi, una delle organizzatrici. «L’inaugurazione dei campi di volontariato che teniamo ogni anno coinciderà proprio con questa festa. Vogliamo mostrare ai ragazzi della cooperativa la vicinanza di Libera e della società civile».

[Foto di Libera Catania]

Carmen Valisano

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