Mimmo Miceli finisce in prigione. Si è costituito stasera, a Roma, carcere di Rebibbia. Si è conclusa male la controversa vicenda giudiziaria dell’ex assessore comunale di Palermo, considerato a lungo, la giovane promesasa dell’Udc. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a sei anni e sei mesi, per concorso in associazione mafiosa,
L’ex politico, delfino dell’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro, è rimasto incastrato tra le maglie dell’inchiesta che ha portato in carcere il suo mentore, per cominciare. Secondo gli inquirenti era il tramite tra la politica ed il capomafia di Brancaccio, Giuseppe Guttadauro.
Il processo e le condanne hanno suscitato molto sgomento in città. Miceli ha sempre goduto di molta stima tra i palermitani. Tra l’altro, non sono pochi, e non solo nel capoluogo, quelli che dubitano dell’intero impianto accusatorio che ha portato in carcere il suo padrino politico, e che ha inguaiato anche lui. Insomma, c’è chi pensa che, nell’inchiesta contro l’ex governatore, sia stato usato un pugno di ferro non riservato a ceffi peggiori di lui. Che, magari, ancora oggi sono al potere.
Caso Cuffaro, ricorso in Cassazione contro il proscioglimento dal concorso esterno
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