L’euro? E’ peggiore del terremoto

Che differenza c’è tra il terremoto dell’Emilia e quello che un anno fa ha devastato il Giappone? La magnitudo? Lo tsunami? Il piano di faglia? No! L’euro!

Come ha fatto un Paese che ha un debito pubblico pari al 235% del proprio Pil a trovare i soldi per la ricostruzione? Com’è possibile che tantissime infrastrutture siano già state ricostruite in cosi breve tempo e che nonostante tutto ciò il Pil quest’anno crescerà del 1,7%?

Semplice, il Giappone i soldi per la ricostruzione li stampa tramite la sua banca centrale e non ha paura di incrementare l’inflazione perché questi interventi generano beni concreti e aumento del Pil.

Cosa succederà invece in Italia? Semplice quello che è successo a l’Aquila e cioè che lo Stato non ha un soldo, le macerie rimarranno al loro posto e la ricostruzione sarà soltanto un miraggio.

Chiedete ai vostri esperti di economa uno studio serio (non le “opinioni” dei vari Friedman, Brunner etc) che dimostri che in un Paese che stampa denaro per sostenere la crescita, per ricostruire le zone terremotate o per creare beni finanziari al netto, si verifichi un aumento preoccupante dell’inflazione che, mal che vada, non possa essere facilmente controllata con un’adeguata e selettiva tassazione.

Se costoro riusciranno a produrre questi studi allora sarete giustificati se continuate a non lottare per il ritorno completo alla nostra sovranità monetaria, anche se un’occhiatina alle montagne di studi che dimostrano il contrario dovreste darla. Se invece i vostri esperti d’economia, i vostri politici o i vostri amici esperti non riusciranno a produrre questi studi, ebbene, allora non avrete più nessuna giustificazione e se la vostra casa crolla per il terremoto e lo Stato vi abbandona, potrete piangere con un occhio sapendo che ha abbandonato voi ma sta proteggendo qualcosa di molto più importante di voi … l’euro.

 

Blasco da Castiglione

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