Lettera a Vendola/ Caro Nicky ti vergogni un po’ di Laura Boldrini presidente della Camera?

HANNO UTILIZZATO QUALCHE ECCESSO VERBALE DEI GRILLINI PER NON PARLARE DELLA VERA QUESTIONE: IL REGALO DI MILIARDI DISPOSTO IN FAVORE DELLE BANCHE. NON CI SONO DUBBI: L’ITALIA E’ ORMAI AL CAPOLINEA, GOVERNATA DA BRIGANTI DI PASSO

Caro Nicky Vendola, ti rivolgo una domanda diretta: ti vergogni o no ad avere proposto Laura Boldrini alla presidenza della Camera dei Deputati? Se sì, hai un solo modo di rimediare: caccia la Boldrini dal tuo Partito. Se non lo fai hai voglia di proclamarti leader di sinistra, sei un bidone quanto gli altri pretesi leader della sinistra che militano nel PD e regalano miliardi alle banche private mentre la gente in Italia perde i posti di lavoro a centinaia di migliaia. Palloni gonfiati al servizio dei miliardari e dei disegni egemonici di Bilderberg.

La gazzarra provocata dalla Boldrini è un atto indegno dove si sono consumati gesti di teppismo quale quello compiuto da un deputato, alto e grosso, nei confronti di una deputata giovane e minuta che si era semplicemente avvicinata al banco del Governo. Questo sì che è un vero teppista.

Chiuso l’argomento sulla gazzarra e sulla topica vendoliana nel sostenere la candidatura Boldrini alla presidenza della Camera dei Deputati, il cui comportamento risente non poco della cultura staliniana, passiamo al merito legislativo del provvedimento pro banche approvato ieri.

Il nostro giornale se n’è occupato in tempi non sospetti il 30 novembre dello scorso anno. In quel servizio spiegavamo dettagliatamente attraverso quale meccanismo venivano regalati i 7 miliardi di euro alla Banca San Paolo e a Unicredit. Queste banche in quanto azioniste di maggioranza della Banca d’Italia in forza di una recente norma dovevano cedere il 40 per cento del loro pacchetto azionario, portandolo dal 68 per cento detenuto al 20 per cento consentito. L’aumento di capitale operato con questo decreto serviva a rivalutare il capitale e pertanto, atteso che il mercato finanziario è modesto, lo Stato con il provvedimento oggetto della vicenda avrebbe comprato l’eccedenza azionaria del 40 per cento, rivalutata a seguito dell’aumento del capitale.

Ma la cosa più grave è la mistificazione messa in atto attraverso la procedura che vedeva formulata nel medesimo decreto del Governo Letta-Alfano-Bilderberg: la furbizia di unificare la regalia alle banche private con l’abolizione della seconda rata dell’Imu ai contribuenti, in modo da fare da schermo e protezione alla porcheria pro banche. Che piccineria! Vergogna, non hanno nemmeno il coraggio civile di sostenere apertamente le loro decisioni. 

In conclusione, veniamo alla questione di fondo, cioè alla regalia. L’aumento di capitale della Banca d’Italia non ha alcuna ragione di esistere per il semplice motivo che quella banca ormai non ha alcuna funzione, se non quella ispettiva. L’unica banca di emissione per i Paesi che aderiscono all’euro è la Banca centrale europea. Quindi qual è il motivo dell’aumento di capitale? Non ci pare che Bankitalia debba fare investimenti per cui le servono maggiori disponibilità finanziarie? E Allora?

La ragione di fondo è che a seguito delle decisioni di Basilea 2 e di Basilea 3 le banche sono chiamate in primo luogo a garantire i dividendi agli azionisti e le retribuzioni faraoniche al loro management, al netto di queste previsioni di bilancio possono operare nell’ambito degli affidamenti con quel che resta loro disponibile. Ma poiché anche quel che resta serve loro per acquistare tiutoli di Stato, va da sé che non dispongono di fondi sufficienti a fare credito alle famiglie e alle imprese. Senza contare le ingenti somme incagliate nelle operazioni sballate fatte a favore dei loro amici e sodali (es. Ligresti)

Ecco spiegato l’arcano per cui bisogna rifornire le banche di denaro ‘nuovo’:

Tutti i Candidati del Movimento 5 Stelle

per consentire loro di operare nel mercato del credito.
Una ultimissima questione riguarda i parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle e i loro comportamenti. Speriamo proprio che questo episodio serva a loro di lezione. Quando sono nelle istituzioni debbono abbandonare il linguaggio di normale uso del loro ispiratore. Quel linguaggio può andare bene in piazza, nei comizi. Quanto, invece, si sta nel ‘Palazzo’ occorre usare lo stile proprio di quell’ambiente, perché usando parole in libertà tutta la rete di comunicazione nonché i commentatori interessati, siano essi appartenenti alla stampa o parlamentari e dirigenti politici utilizzano abilmente la parola fuori luogo e così trovano la scusa buona per non affrontare il merito della vostra proposta politica, legislativa o parlamentare che sia. Frenare un po’ l’esuberanza verbale non è poi un grave danno al vostro agire politico.

Riccardo Gueci

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