Uno ha parlato al giudice, l’altro no. È stato il giorno degli interrogatori per i due medici del servizio 118 di Letojanni arrestati per truffa. Nel carcere di Gazzi il gip Salvatore Mastroeni sperava di ascoltare sia Antonio Corica che Antonino Ferlito, in manette per i presunti casi di assenteismo. Solo poche ore per il magistrato, perché solo uno, Ferlito, ha deciso di rispondere alle domande. L’altro si è trincerato dietro la facoltà di non rispondere.
I due medici sono accusati di truffa aggravata e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblico. Secondo la Procura i medici si sarebbero coperti a vicenda durante i turni di notte che avrebbero dovuto svolgere insieme alla postazione di Letojanni. Ma come documentato dai poliziotti, solo uno sarebbe rimasto in servizio, l’altro avrebbe trascorso la notte a casa o altrove. E a posteriori sul registro delle presenze avrebbero apposto la firma del medico che non aveva fatto il turno.
In particolare Ferlito, ex sindaco di Santa Venerina, assistito dall’avvocato Michele Ragonese, ha deciso di rispondere e fornire la sua versione dei fatti. «Ha ammesso di aver attestato la propria presenza laddove invece non c’era – spiega il legale a MeridioNews – ma ha voluto precisare la natura del servizio del 118 di Letojanni, non un Pte, nessuna attività ambulatoriale, solo una postazione dove si rimane in attesa della chiamata per far partire l’ambulanza». Secondo quanto ricostruito dal suo avvocato, Ferlito ha spiegato come «sull’unica ambulanza andava solo un medico e che questa non ha mai ritardato, d’altronde è la centrale operativa di Messina a ricevere le chiamate e a registrare l’orario di uscita dell’ambulanza. Tutti gli altri contorni su cui si è sbizzarrita l’ordinanza – spiega Ragonese – sono destituiti di fondamento». Respinte le accuse di rapporti sessuali all’interno della sede del 118, così come le intimidazioni al collega che avrebbe tentato di riportare Ferlito e Corica su comportamenti diversi. «Il medico che ha chiesto il trasferimento ha anche invitato il mio assistito alla cena di commiato, immagino che se gli fosse stato inviso si sarebbe astenuto».
Corica ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il legale di quest’ultimo, Filippo Mangiapane, ha precisato in un comunicato stampa: «Gli episodi contestati riguardano la simulazione della sua presenza al posto di lavoro, procurandosi un ingiusto profitto quantificato in 16mila 665 euro tramite la falsa sottoscrizione della sua presenza sul posto di lavoro. Giova sottolineare che non vi è altra contestazione. E che gli episodi, 40 in tutto, riguardano un anno e 9 mesi e che in questo periodo giammai è stato creato un disservizio del 118 nei confronti della collettività, in relazione a presunti ritardi e/o presunti danni alla salute dei cittadini».
Il riferimento del legale è ad alcuni episodi presenti in ordinanza e relativi a presunte vessazioni subite da un collega dei due medici che aveva contestato il loro modo di fare e il fatto che la postazione del 118 sarebbe stata utilizzata dai due come alcova per rapporti amorosi, con conseguenti ritardi nell’uscita dell’ambulanza, o come studio medico dove effettuare vaccini a pazienti privati.
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