Un’esplosione registrata dagli strumenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle 17.50 e la sabbia vulcanica caduta qualche minuto dopo sui Comuni della fascia jonica. L’Etna ha ripreso l’attività che da qualche mese si era interrotta, come confermano gli esperti dell’Ingv di Catania. «Le condizioni meteorologiche non sono ottimali – spiegano dalla sala operativa – Non siamo in grado di avere immagini dalle quote più alte».
Dalle 18 è stato registrato un aumento del tremore e, sebbene non sia possibile stabilire da quale versante si concentri l’attività, «si tratta sicuramente dell’area sommitale». Dai crateri a quota 2900 metri fuoriesce una fontana di lava. «I colleghi reperibili sono già in azione», assicurano gli esperti dell’Istituto.
I primi a rendersi conto di quanto accaduto in quota, nonostante il cielo coperto, sono stati i residenti dei Comuni della zona orientale: segnalata la presenza di cenere a Fornazzo, frazione di Milo, e a Giarre. I boati sono stati avvertiti nettamente anche dalla popolazione. I voli dell’aeroporto di Fontanarossa non stanno subendo alcun effetto.
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