L’Ersu e i maxi compensi ai consiglieri d’amministrazione Il direttore: «Sono cariche che comportano molti rischi»

I super stipendi non sono più prerogativa solo dei politici di professione, ma anche di chi la carriera politica l’ha appena cominciata. E anche quella universitaria si paga. Quanto? Sedicimila euro lordi annui per ciascun componente del Consiglio di amministrazione dell’Ersu di Catania. Quattro consiglieri (un docente e tre studenti) per un ammontare complessivo annuo lordo di 68mila euro che grava sulle casse dell’ente. Ovvero 4000 euro a trimestre per ogni componente, più 300 euro come credito aggiuntivo per i soli rappresentanti degli studenti. In soldoni, si tratta di mille euro al mese. Tutto legittimo perché il livello di indennità rientra tra i parametri dettati dalla legge regionale 11 del 2010, che fissa il tetto massimo annuale per ciascun componente del cda in 50mila euro annui. Ma, sebbene i compensi erogati siano di molto inferiori, le polemiche non mancano.  

«Ai miei tempi non prendevamo cifre simili – racconta un ex consigliere Ersu che vuole mantenere l’anonimato – Tra l’altro, aspetto ancora 800 euro di conguagli non pagati». Il riferimento è alla gestione delle indennità prima del 2019, quando ai componenti di amministrazione veniva corrisposto un forfettario con la riserva di provvedere al conguaglio delle somme eventualmente dovute a seguito dell’emanazione del decreto che rideterminasse le indennità. Rideterminazione avvenuta con il decreto assessoriale del 4 dicembre 2019, quando l’assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale Roberto Lagalla – in attuazione della legge regionale 20 del 2002 ma ben 17 anni dopo – fissa i parametri per l’indennità sulla base del numero degli iscritti all’università. Per gli atenei con oltre 35mila iscritti, come quello catanese, vale 16mila euro lordi l’anno. Per quelli che non superano questa soglia, i compensi ammontano a 14mila euro lordi annui. Cifre di gran lunga superiori rispetto al passato, se si pensa che nel 2016 i consiglieri in carica al cda dell’Ersu catanese, tra gennaio e settembre, hanno ricevuto poco più di 4mila euro lordi complessivi.  

«Prima del decreto assessoriale le indennità erano di molto inferiori rispetto a ora», ammette il direttore dell’Ersu di Catania Salvatore Cantarella a MeridioNews. «Ma non c’è dubbio che i compensi siano legittimi – prosegue – Poi, se analizziamo la mole di lavoro, di certo qua non siamo in miniera o in fonderia». Al contempo, però, Cantarella non si sbilancia. «Se il parametro è eccessivo io non glielo so dire – afferma il direttore – ma ricoprire la carica di consigliere comporta dei rischi significativi che derivano dalla gestione di milioni di euro – dice Cantarella – perché dobbiamo fare i conti con l’approvazione degli atti e dei bilanci». Per il direttore dell’ente regionale catanese, dunque, l’aumento delle indennità è da ricondurre all’alveo delle responsabilità

«I compensi prima erano molto più bassi – ribadisce il segretario cittadino dei Giovani democratici Mirko Giacone interpellato da MeridioNews – L’aumento si pone in controtendenza rispetto a un periodo emergenziale in cui si cerca di stringere la cinghia». Per chi, come Giacone, è anche consigliere di municipio alla IV circoscrizione, «le risorse dovrebbero essere ottimizzate per il bene degli studenti invece che per i singoli consiglieri in carica. Questi – ammette – hanno diritto a rimborsi ma arrivare a 16mila euro lordi annui significa prendere quasi il doppio di un consigliere comunale o di municipio».

«Le indennità non le ho stabilite io – è la posizione di uno dei rappresentanti degli studenti in cda Lino Fiorenza – Sono stato eletto a maggio senza essere a conoscenza di quanto fosse il compenso, perché il decreto è arrivato solo a dicembre 2019. Il nostro è un impegno quotidiano – continua il rappresentante de La Finestra – In passato, con gli altri consiglieri avevamo pensato di destinare una parte delle nostre indennità alla creazione di spazi collettivi, perché i soldi sono pochi per contribuire a incrementare i fondi per le borse di studio». La cui erogazione, nel 2020, ha subito una contrazione di 354 borse rispetto al 2019. Al momento, però, tutto tace. «Quando terminerò il mandato – spiega Fiorenza – ho intenzione di donare parte della mia indennità». L’auspicio è quello di riuscire a coinvolgere tutto il consiglio di amministrazione. «Perché – precisa – una cosa è l’impegno del singolo, un’altra è se il gesto deriva da un’azione collettiva». 

Intanto al cda dell’Ersu è tempo di nuovi ingressi e, nel rispetto degli accordi politici, le liste dei candidati scorrono. Anche se a non essere ancora chiari sono i tempi. A prendere il posto di Roberto Lino Fiorenza de La Finestra sarà Marco Tucci di Arcadia (entrambe le associazioni orbitano nell’universo del deputato regionale di Italia viva Luca Sammartino, anche se, secondo rumors di palazzo, tra La Finestramister 32mila preferenze ultimamente non correrebbe buon sangue). A sostituire Giovanni Girgenti di Crediamoci – associazione di riferimento del deputato regionale Gaetano Galvagno di Fratelli d’Italia – sarà invece Andrea Vella di Alleanza universitaria. Quest’ultima presieduta da Francesco Ferlito, FdI pure lui e consigliere comunale a Gravina di Catania a sostegno del sindaco Massimiliano Giammusso. Abbiamo provato a contattare Andrea Vella per capire quali siano le intenzioni del blocco di riferimento del sindaco Salvo Pogliese sulla possibilità di donare parte delle indennità per la creazione di nuove aree, ma l’ex senatore accademico non ha voluto rispondere alle nostre domande.  

Gabriele Patti

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