Vivaio regionale ‘Paulsen’ e personale Asu: questi i temi affrontati oggi nella riunione della quinta commissione legislativa dell’Ars presieduta da Totò Lentini (Udc).
Il vivaio ‘Federico Paulsen’ opera da decenni quale presidio per la conservazione di specie vegetali autoctone, occupando circa 60 unità lavorativa, di cui 28 stagionali (avviati per 101 giornate), 9 a chiamata ed altri 23 lavoratori ancora in attesa di essere avviati.
“La carenza di risorse finanziarie – dice Lentini – sta determinando serie preoccupazioni per il futuro dei lavoratori e, quindi, per la sopravvivenza stessa del vivaio. Il mancato o ritardato avviamento dei lavoratori rischia di costituire un ulteriore grave colpo per gli stessi addetti, che rischiano così di perdere i requisiti per laccesso alle prestazioni previdenziali (disoccupazione agricola)”.
Anche in questo caso – l’ennesimo – tutto nasce dalla crisi di liquidità della Regione.
“Unanimemente – scrive Lentini nel comunicato – si è assunto limpegno di formalizzare un emendamento ai provvedimenti finanziari prossimamente in discussione, perché venga garantita la copertura economica, per circa 150 mila euro, necessaria per lavviamento dei lavoratori e la continuità dellattività del vivaio ‘Paulsen’, recuperando eventualmente recuperando le somme da capitoli del Bilancio meno ‘indispensabili’ quali quelli destinati agli eventi di promozione”.
In questo passaggio l’onorevole Lentini dà forza all’inchiesta della Procura della Repubblica di Palermo che sui ‘Grandi eventi’, o presunti tali, fa balenare il dubbio che si tratti di clientele.
La Commissione si è occupata anche del personale Asu. “I circa 5800 soggetti provenienti dai ‘regimi transitori’ (ormai da oltre un decennio) – dice Lentini – sono dispersi attualmente fra lutilizzazione in enti pubblici e del privato sociale, cooperative e, in diversi casi, lasciati a casa senza alcuna attività, ricevendo un sussidio mensile di poco superiore ai 500 euro”.
“Lultima manovra finanziaria – aggiunge il presidente della quinta commissione legislativa dell’Ars – ha portato ad una decurtazione del fondo da cui provengono le risorse, col rischio di vedere privati questi soggetti anche dellunica, modestissima fonte di reddito necessaria alla sopravvivenza delle loro famiglie”.
La Commissione ha deciso di procedere, anche in questo caso, alla predisposizione e presentazione di un emendamento che garantisca la copertura finanziaria sino alla fine dellanno, in attesa che si avvii “un percorso che individui le opportunità per unoccupazione più stabile e produttiva”.
Qualcuno aveva ipotizzato di utilizzate le società partecipate dalla Regione. Ipotesi ‘bocciata’ perché, come ha spiegato lo stesso Lentini, molte di queste società o verranno messe a ‘dieta’, o verranno sbaraccate (avendo cura, aggiungiamo noi, di colpire i lavoratori a basso reddito, salvando il culo ai ‘manager’, o presunti tali, che si mettono in tasca retribuzioni niente male, pur ottenendo risultati aziendali in molti casi scadenti).
“Rimane in campo lipotesi – aggiunge Lentini, che comunque non dimentica di essere in campagna elettorale, momento in cui, si sa, si promette l’improbabile e anche l’impossibile – già contenuta in alcuni disegni di legge (fra cui uno a firma del Presidente della Commissione) di un percorso a medio termine che veda limpiego delle risorse già disponibili ed attualmente destinate ai sussidi, per la stipula di contratti di diritto privato, garantendo una progressiva immissione degli Asu sulla scorta delle necessità che si vanno manifestando nella pubblica amministrazione (con una riserva di posti in caso di assunzioni) e con lutilizzo in progetti mirati per loccupazione produttiva, riducendo progressivamente la platea”.
Dopo una promessa un po’ temeraria, Lentini si riprende: La fine della legislatura – aggiunge – non significa, purtroppo, la fine dei troppi problemi dei lavoratori siciliani: utilizzeremo ogni spazio disponibile di lavoro per fornire soluzioni utili ad alleviare le situazioni di difficoltà. Ovviamente si deve lavorare per soluzioni realmente praticabili e sostenibili, rifiutando ogni tentazione di rinnovare un’inaccettabile demagogia pre-elettorale che ha offeso e danneggiato tanto i precari quanto, complessivamente, la nostra economia e la nostra società.
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