Il Fatto Quotidiano.it stamattina ci racconta una storia incredibile: l’Enel organizzava le contro-manifestazioni degli operai in risposta alle proteste ambientaliste spacciandole per ‘azioni spontanee’.
Il caso riguarda le AZIONI di Greenpeace contro le centrali a carbone. I responsabili delle relazioni esterne DEL GRUPPO, scrive il giornale diretto da Peter Gomez, mandavano email ai dipendenti per fornire dettagliati piani d’azione. E’ successo per le proteste a Genova, ma anche a La Spezia e Piombino:
«È di fondamentale importanza individuare cinque fidatissimi lavoratori per unità a carbone. Eleggere uno o due portavoce. Il personale suggerisce un funzionario ai responsabili delle relazioni esterne delle macroaree dovrà essere formato e preparato allazione. È importante gestire le relazioni sindacali, durante e dopo la protesta in quanto si tratta sempre di AZIONI SPONTANEE dei lavoratori, MAI ORGANIZZATE dallazienda».
Poi la lista della spesa, un press kit per le centrali a carbone che consiste in «STRISCIONI: numero 8, lunghezza 8/10 metri altezza almeno 1,5 metri, formato orizzontale e verticale, font: scritti con pennello (minima larghezza per lettera 10 cm). No spray. Colore: preferibilmente blu scuro/verde scuro su fondo bianco. Scritte: ANDATE A LAVORARE, BASTA ECOBALLE, SIAMO VERDI DI RABBIA, uno o due a piacere in dialetto».
Il caso è emerso nel corso di una inchiesta a Brindisi che vede imputati nove dirigenti Enel.
La domanda sorge spontanea: quante altre volte le manifestazioni in sostegno dell’Enel sono state organizzate dalla stessa azienda? E’ successo anche a Porto Empedocle con il rigassificatore?
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