Non sarebbe stato un suicidio ma una vera e propria esecuzione. Ecco come sarebbe morto Maurizio Capizzi, 48enne originario di Bronte. L’uomo è stato ritrovato cadavere il 31 dicembre scorso davanti il cimitero di Garbatola, piccola frazione di Nerviano nei pressi di Legnano. La vittima si era trasferita in provincia di Milano da alcuni anni e qui viveva insieme alla compagna. Sul corpo di Capizzi, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, è stato trovato un foro di piccole dimensioni che sarebbe compatibile con un proiettile, al momento non ritrovato.
A chiarire le cause del decesso sarà l’autopsia che è stata disposta per i prossimi giorni. Sul caso indaga la procura di Busto Arsizio con il fascicolo che è stato affidato alla magistrata Roberta Colangelo. La vittima, come riferisce il giornale il Giorno, è stata trovata da un pensionato, che ha allertato i soccorsi, intorno alle 8.30, nelle vicinanze della sua automobile.
La morte di Capizzi inizialmente era stata archiviata come suicidio da avvelenamento. Una pista suffragata dalle precarie condizioni di salute dell’uomo e da alcuni tentativi passati di togliersi la vita. I militari stanno indagando nella sua cerchia di conoscenze per cercare di ricostruire le ultime ore di vita.
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