LEgitto sequestra 5 pescherecci siciliani

26Luglio2012-Adesso ci si mette pure l’Egitto. Anche gli eredi dei faraoni, insomma, si mettono a sequestrare pescherecci siciliani. Di  Mazara del Vallo, per la precisione. Le autorità egiziane li hanno acchiappati a circa 22 miglia dalle coste.

La notizia è stata data a all’agenzia ITALPRESS dal presidente del Distretto della Pesca Cosvap di Mazara del Vallo, Giovanni Tumbiolo. I pescherecci sequestrati sono il Flori, l’Atlantide, l’Eros, il Ghibli I” e la Luna Rossa. Dovrebbero essere i pescatori a bordo delle cinque imbarcazioni da pesca.

Come sempre avviene in questi casi, sono già stati avviati i contatti con le autorità egiziane.

Il bello sapete qual è? Che il sequestro è avvenuto mentre il nostro Ministro degli Esteri, Giulio Terzi, si trovava in Egitto. Pare, anzi, che stesse per tornare in Italia. Nella migliore delle ipotesi, il ministro Terzi non deve avere affrontato con il suo collega egiziano la questione pesca. 

Per la cronaca, un paio di pescherecci, sempre di Mazara, erano stati sequestrati nelle scorse settimane dai libici. Poi sono stati rilasciati. Ora tocca agli egiziani.

Dei pescatori siciliani che non sanno più e che santi rivolgersi per lavorare parla il parlamentare regionale di Grande Sud, Toni Scilla. Si tratta di un deputato nato e cresciuto a Mazara del Vallo che conosce a fondo i problemi della pesca siciliana.

“Dopo l’ennesimo sequestro – dice il deputato regionale – risulta inaudita e inaccettabile l’assenza di un ruolo del governo italiano nel contesto Mediterraneo. Oggi assistiamo all’ennesimo sequestro di pescherecci siciliani in quello che dovrebbe essere un mare di cooperazione, condivisione culturale ed economica”.

“È chiaro – aggiunge Scilla – che è arrivato il momento di superare inutili rapporti di galanterie ma privi di concretezza. Sono le istituzioni preposte che devono tracciare le direttive per intessere con i Paesi rivieraschi relazioni pacifiche e definitive. Il susseguirsi di queste vicende buttano nello sconforto i marinai, le loro famiglie e l’intera comunità che si sente lasciata all’abbandono”.

 

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Redazione

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