Legge elettorale, sindaci eletti al primo turno già col 40% Dopo scontri, accordo tra i partiti. Assenza: «Una porcata»

Basterà il 40 per cento dei votanti per eleggere i nuovi sindaci. Passa la linea di una parte del Pd – quella che fa capo all’assessore Cracolici – a sala d’Ercole, dove è in discussione la riforma elettorale. Approvato in mattinata il secondo dei sei articoli che, tolte le disposizioni finali, compongono la norma. Il più spinoso, a dirla tutta, perché aveva aperto un aspro confronto dentro il Palazzo tra chi, come Forza Italia, avrebbe voluto abolire i ballottaggi («Con le somme risparmiate – aveva tuonato Giuseppe Milazzo – la Regione potrebbe estinguere il mutuo acceso qualche mese fa»), e chi invece chiedeva di mantenerli. Nonostante i numerosi tentativi d’intesa, le diverse forze politiche sono arrivate in aula stamattina senza un accordo complessivo.

Gli scontri interni ai partiti non si sono fatti attendere, come nel caso di Forza Italia, che ha dovuto fare i conti con un duro intervento di Giorgio Assenza, che non ha esitato a definire la riforma «una porcata». «Ogni deputato – ha sottolineato il deputato nel suo intervento – vorrebbe una legge elettorale su misura per il suo minuscolo orticello, per questo non si trova l’accordo. Per me è una porcata. Anche queste vicende contribuiscono allo scollamento dei cittadini dalla politica, la gente si chiede per quale motivo ad ogni elezione si debba votare in un modo differente. I sistemi elettorali sono di due tipi: o proporzionale o maggioritario. Il maggioritario col trucco ve lo potete sognare. Se non c’è il 50 più 1 si va al ballottaggio. Oppure abbiate il coraggio di introdurre il proporzionale puro, con uno sbarramento alto per non lasciare i sindaci sotto ricatto». 

Ma l’accordo, alla fine, è stato raggiunto, con buona pace degli scontenti bipartisan, che hanno provato invano a dire la loro. Dunque, elezione diretta al primo turno col 40 per cento dei voti e ballottaggi tra i due più votati al di sotto di questa soglia. Proteste dei deputati del Movimento 5 stelle al momento del voto. In molti hanno gridato «Vergogna!» ai colleghi, mentre Giancarlo Cancelleri ha avvertito: «I siciliani se ne ricorderanno».

Non passa la norma inserita nel testo esitato dalla prima commissione, che prevedeva la possibilità del terzo mandato consecutivo per i sindaci, mentre i Cinque Stelle, nonostante i tanti emendamenti presentati, portano a casa un piccolo ma significativo bottino. Approvata, infatti, la proposta di Angela Foti di modifica del comma sull’elezione dei consiglieri comunali. Il testo esitato in commissione, infatti, prevedeva che a parità di voti venisse eletto il candidato più anziano. Con l’ok all’emendamento dei Cinque Stelle, lo scranno andrà invece al più giovane.  Nel pomeriggio l’Aula proseguirà nell’esame degli altri articoli e, visto che l’accordo è ormai stato raggiunto, non si esclude che la norma potrebbe essere approvata già in serata.

Miriam Di Peri

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