Le uova della libertà donate ai rifugiati del centro Astalli «Il mio allevamento nato dopo aver denunciato gli usurai»

Centinaia di uova donate al Centro Astalli di Catania. Il gesto di solidarietà arriva da uno dei soci dell’Asaec, l’associazione anti-estorsione Libero Grassi. Vittima di usura, dopo anni di sofferenze è riuscito a risollevarsi, grazie al fondo statale per le vittime, realizzando un allevamento di galline felici. Un luogo speciale dove gli animali sono liberi di scorazzare e dove le uova vengono raccolte giornalmente, a mano. «Ho conosciuto la sofferenza e per questo ho pensato che le uova invendute potessero aiutare chi ha bisogno, anziché essere sprecate», racconta. 

L’azienda è aperta da circa un anno. Un simbolo di riscatto e voglia di lasciarsi alle spalle il passato. Per dieci anni, Marco (il nome è di fantasia) ha vissuto nella morsa degli strozzini: «Quando entri in questo vortice, non ne esci più, sei costretto a pagare». Il sogno di aprire un’attività, le banche che ti chiudono le porte in faccia, così è iniziato il suo calvario. «Mi sono lasciato convincere ad accettare l’aiuto di queste persone e la mia vita – ricorda – in un attimo si è trasformata in un inferno». L’attività che non parte, i soldi da restituire agli strozzini, la vita professionale e personale che va a rotoli con una moglie e due figli da mantenere. «Ero arrivato a sborsare 800 euro a settimana – racconta – solo per restituire gli interessi. Ho passato momenti davvero bui, non avevo più i soldi neanche per la benzina. Ho dovuto affrontare l’umiliazione di vedermi staccare la luce per le bollette non pagate, di non sapere come fare per mantenere i miei figli. L’unica soluzione è stata la denuncia». 

Marco ha così trovato il coraggio di rivolgersi alla guardia di finanza. Gli uomini che lo avevano trascinato nel baratro sono stati condannati e per lui è iniziata una nuova vita grazie anche all’incontro con il presidente dell’Asaec di Catania Nicola Grassi. «Mi hanno sostenuto e aiutato a intraprendere il percorso per accedere ai fondi destinati alle vittime di usura». Le risorse, che sono arrivati dopo circa un anno, hanno permesso a Marco di ricominciare grazie all’acquisto di un terreno dove ha realizzato il suo allevamento. «Oggi che finalmente sono un uomo libero – conclude – mi sento di dire a quanti dovessero trovarsi nella mia stessa situazione di denunciare. Perché questo è l’unico modo per tornare a vivere». 

«Per noi è un onore aver ricevuto questo dono – afferma Riccardo Campochiaro, presidente del centro Astalli di Catania, punto di riferimento per i rifugiati nel capoluogo etneo – Queste uova sono anche simbolo di libertà e riscatto, che si sposa perfettamente con quello che è il nostro lavoro quotidiano. Anche queste persone sono alla ricerca di una nuova vita, di un futuro migliore».

Pamela Giacomarro

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