Acqua fino alle ginocchia e zaino sulla testa. L’immagine dei turisti che raggiungono la Scala dei Turchi camminando in fila indiana lungo una passerella che taglia il mare è l’emblema delle tante località turistiche siciliane colpite da interdizione per motivi di sicurezza. Non basta infatti l’inquinamento che, complice l’assenza o l’insufficienza dei depuratori, sfregia alcuni tratti di costa. Ad allungare l’elenco di spiagge dove non è possibile avvicinarsi, almeno in teoria, contribuiscono il pericolo crolli e, più in generale, criticità legate al dissesto idrogeologico.
Un divieto colpisce dallo scorso inverno persino la Scala dei Turchi, a causa di una frana venuta giù dalla parete rocciosa a dicembre. Ma il Comune ha ovviato realizzando una passerella, secondo alcuni troppo pericolosa per i turisti che rischiano di scivolare, in attesa che il progetto definitivo di messa in sicurezza preparato dalla protezione civile e dal valore di 380mila euro, venga finanziato dalla Regione.
La Scala dei Turchi è però solo il caso più noto di una situazione che accomuna diversi siti siciliani. Sempre nell’Agrigentino a essere vietata è l’area di Drasy, destinata a poligono militare per otto mesi all’anno. Un luogo che si trova a monte di Punta Bianca, incantevole spiaggia di roccia chiara come quella della Scala dei Turchi, difficile da raggiungere a sud di San Leone (la spiaggia di Agrigento) e Zingarello e poco più su di Marina di Palma. Per godere di questo angolo selvaggio di litorale bisogna armarsi di pazienza e di auto adatte a percorrere un sentiero accidentato, reso quasi impraticabile dalle attività militari. Così se, stando all’ordinanza della Regione, l’interdizione colpisce solo Drasy, nei fatti si estende fino a Punta Bianca.
Lo scorso nove luglio il sindaco di Taormina ha confermato anche per la stagione estiva 2018 il divieto di avvicinarsi alla Grotta del giorno, nota anche come Grotta dell’amore, una delle più affascinanti della baia (si trova sotto Capo Taormina), a causa del pericolo di crolli. Un rischio che ne ha comportato l’interdizione dal 2013, a cui, stando alle ordinanze del Comune, dovrebbe porre rimedio la proprietà del resort di lusso Atahotel Capotaormina, e cioè il fondo di investimenti Athens R.E. Fund, di Unipol Sai. Ma negli ultimi cinque anni poco è stato fatto, e comunque non sufficiente per garantire la fruibilità dell’area. «Ad oggi – si legge nella nuova interdizione – la ditta interessata non ha completato i lavori necessari alla rimozione della suddetta situazione di pericolo». Nonostante tutto, la Grotta del giorno resta appuntamento fisso e ambito dai barcaioli che lottano – in alcuni casi nel senso letterale del termine, vista la rissa tra bande scoppiata a luglio sulla spiaggia dell’Isola Bella – per accaparrarsi i turisti.
L’elenco delle spiagge interdette alla balneazione per motivi di sicurezza è lungo e non privo di sorprese. Stupisce ad esempio trovare, per tratti più o meno lunghi, località turistiche note e frequentate. Alle Eolie, per esempio, stando ai divieti ufficiali, non si potrebbe fare il bagno a Strombolicchio, il grande scoglio (in realtà un neck vulcanico) che si trova di fronte l’isola di Stromboli. Eppure il tour in barca o in canoa fino all’isolotto è un appuntamento fisso per chi ama l’arcipelago. Stessa sorte per alcuni tratti delle spiagge di Canneto, Acquacalda, Valle Muria o Praia Vinci a Lipari; Calaiunco a Panarea; Gelso a Vulcano; Scari e Fico Grande ancora a Stromboli. «Siamo spesso impegnati con i nostri mezzi per far rispettare i divieti e non fare avvicinare troppo le imbarcazioni alle coste interdette – spiegano dalla Capitaneria di Porto – ma controllare sette isole è lavoro molto complicato». Lasciando le isole minori, interdizioni per motivi di sicurezza colpiscono siti affollati di bagnanti, come una parte della spiaggia di Kalura e della Baia dei Sette frati a Cefalù. O ancora, alla Tonnara di Scopello, il divieto riguarda la parte di levante della spiaggia di Guidaloca.
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