L’ABBIAMO SCRITTO IERI E LO RIBADIAMO: SE UN GRUPPO PARLAMENTARE DELL’ARS SPENDE I SOLDI PER MANIFESTAZIONI E ATTIVITA’ SOCIALE NEL TERRITORIO E’ UNA FORZATURA TUTTO SOMMATO ACCETTABILE. MA ACQUISTARE PANETTONI E ‘PREMI’ CON IL DENARO DI CONTRIBUENTI E’ VERGOGNOSO. DOVREBBE INTERVENIRE LA CORTE DEI CONTI
Ieri abbiamo scritto un articolo dicendo a chiare lettere che, a nostro avviso, le spese dei gruppi parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana, se effettuate per attività politica – attività politica anche un po’ estranea alla stessa vita di un gruppo parlamentare – sono, tutto sommato, tollerabili (anche con qualche forzatura interpretativa).
Confermiamo quello che abbiamo scritto ieri. Aggiungendo, però, che quello che viene fuori in queste ore sulle spese del gruppo parlamentare del PD all’Ars della scorsa legislatura non ci sembrano né parlamentari, né politiche.
Non ci pronunciamo sui soldi finiti ai segretari dei parlamentari – che i nostri colleghi chiamano ‘portaborse’ – perché, a onor del vero, preferiamo fare stabilire ai magistrati se si tratta di erogazioni legittime o illegittime. Rimaniamo, invece, molto colpiti, dalle altre spese del gruppo parlamentare del PD all’Ars nella passata legislatura.
Ci sono, ad esempio, 360 mila euro circa in favore dei dipendenti stabilizzati del gruppo parlamentare. Si tratta di premialità che, a parere dei magistrati che indagano su questa vicenda sarebbero non dovuti. E se lo dicono i pubblici ministeri non abbiamo motivo di dubitarne.
Restiamo basiti nel leggere che circa 50 mila euro sarebbero stati utilizzati per regali: brindisi, strenne pasquali e natalizie e prodotti vari, dai panettoni natalizi alle colombe pasquali. Non è normale che i fondi di un gruppo parlamentare debbano essere utilizzati per queste finalità!
Leggiamo ancora di regali di nozze per quasi 6 mila euro e altri regali ancora per quasi 18 mila euro! Signori, queste non sono spese per attività politica: queste sono spese personali messe sul conto del fondi dei gruppi parlamentari dell’Ars! A questo punto dovrebbe intervenire la Corte dei Conti. E il discorso vale per questo gruppo parlamentare e per quelli di altri gruppi, se l’andazzo è stato lo stesso.
Leggiamo che i deputati e i dipendenti del gruppo parlamentare del PD non pagavano al bar! A pagare pensava il gruppo: circa 73 mila euro!Chi scrive queste note ricorda di aver lavorato all’Ars per quasi due anni presso il gruppo parlamentare della Rete. E ricorda perfettamente che il capogruppo, l’onorevole Franco Piro, pagava tutto di tasca propria.
Il gruppo parlamentare del Pd della passata legislatura erogava contributi ad associazioni e comitati locali: quasi 7 mila euro. Questo non ci sembra grave, anche perché la cifra è bassa. Anche il pagamento di qualche cena non è la fine del mondo. Ci sta.
Nel complesso, però, il quadro è sconfortante. Soprattutto perché, a quanto pare, l’atteggiamento era simile, se non uguale, anche negli altri gruppi parlamentari. In buona parte, non possiamo che dare ragione ai magistrati.
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