Le royalties della discarica e i «non ricordo» di Carrà I soldi della spazzatura in bilico fino a maggio 2020

Politica e discarica. Un connubio quasi inscindibile, almeno nei Comuni di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco, da ormai parecchi anni. A volere considerare solo gli ultimi, bisogna partire dal 2009: da quando, cioè, è stata concessa l’Aia (l’Autorizzazione integrata ambientale), alla discarica Oikos di contrada Valanghe d’inverno, tra i territori di Motta e Misterbianco. Una pioggia di spazzatura, è vero, ma anche di soldi: le royalties. Cioè cifre che la discarica corrisponde ai Comuni a titolo di risarcimento per il fatto di avere un impianto di trattamento dei rifiuti di fronte alla porta di casa.

Somme su cui si concentra l’attenzione di molti, compresa quella della commissione regionale Antimafia presieduta dal deputato Claudio Fava che nei giorni scorsi ha depositato la relazione finale sul ciclo dei rifiuti. Dentro ci sono storie di corruzione e malgoverno (vedi alla voce: condanna del patron di Oikos, Mimmo Proto, per corruzione), di disattenzione e di lassismo da parte degli uffici regionali, e c’è tanta moneta sonante. E c’è anche una data: il 14 luglio 2014Il giorno in cui il Comune di Motta Sant’Anastasia, per bocca del sindaco neoeletto Anastasio Carrà, dà il suo parere favorevole alla Regione Siciliana per il rinnovo dell’Aia alla discarica Oikos. Lo stesso giorno in cui nelle casse del Comune di Motta arriva un corposo bonifico disposto proprio dall’impresa: il pagamento di una quota delle royalties arretrate al Comune mottese e da quest’ultimo più volte richieste.

Secondo la normativa, la Oikos avrebbe dovuto pagare al Comune di Motta una quota mensile per l’indennità della presenza della discarica nel suo territorio. Le somme però arrivano per anni in ritardo. Tant’è che nel 2012 e nel 2013 in Consiglio comunale a Motta Sant’Anastasia vota una mozione affinché il sindaco di allora avvii ogni azione legale utile alla riscossione dell’arretrato e ne informi il senato cittadino. Ai tempi l’attuale sindaco Carrà, al secondo mandato, ricopre il ruolo di presidente del Consiglio comunale: come verificato da MeridioNews, il politico oggi leghista si astiene, assieme a un altro consigliere, dal votare il primo atto. Mentre va via dalla seduta del consiglio del 2013 pochi minuti dopo averla aperta. «Non ricordo, sono passati tanti anni», replica il sindaco a questa testata. Le mozioni, però, passano ugualmente: i decreti ingiuntivi partono, ma le somme stentano ad arrivare.

Carrà è eletto sindaco a maggio del 2014 e si insedia a giugno. In piazza, durante i comizi, proclama la sua contrarietà all’abbancamento dei rifiuti nel territorio comunale. Ma di fronte alla Regione che gli chiede un parere per il rinnovo dell’Aia, la risposta di Carrà è positiva: nessuna obiezione dal suo Comune. «Il 14 luglio, quando c’è la determinazione dell’Aia, con un parere favorevole della sua amministrazione – ricorda Fava a Carrà, durante l’audizione di quest’ultimo in commissione Antimafia – è lo stesso giorno in cui viene fatto un bonifico dalla Oikos per l’importo più volte reclamato con atti ingiuntivi negli anni precedenti. La domanda è legittima: è casuale questa coincidenza? Lo stesso giorno in cui il sindaco dà parere favorevole all’Aia è il giorno in cui viene finalmente onorato un debito che la Oikos aveva da tempo nei confronti dell’amministrazione?».

Per Carrà, la risposta è semplice: «Non ero a conoscenza di questo trasferimento, l’ho saputo solo per caso, successivamente, quando qualcuno del comitato No discarica sollevò questo problema», dichiara Carrà all’Antimafia. Quel che è certo è che con quei fondi l’amministrazione mottese realizza opere per la collettività. «Non mi ricordo se il primo è stato di un milione e poi successivamente, tra il 2014 e il 2015, ma non me lo ricordo veramente, ci sono altri trasferimenti da parte dell’Oikos», prosegue Carrà.

A parlare dello stesso tema è l’ingegnere Antonio Di Rosa, dirigente del Comune di Motta Sant’Anastasia per 18 anni, fino all’inizio del 2020. «Col vecchio sindaco Angelo Giuffrida stavamo costruendo una scuola che avevo progettato e stavo dirigendo io, come ingegnere oltre che come responsabile dell’ufficio, e avevamo difficoltà con gli stati di avanzamento perché era finanziata con i fondi royalties – spiega Di Rosa alla commissione – Subito dopo non ci sono stati problemi sulle royalties, tutto quello che abbiamo dovuto o voluto spendere, abbiamo speso». La scuola è l’istituto comprensivo Gabriele D’Annunzio, per il quale viene acceso un mutuo alla Cassa depositi e prestiti e i cui lavori, per andare avanti senza che le uscite comunali superino le entrate, hanno bisogno dei soldi delle royalties. Il nastro della scuola viene tagliato con Carrà sindaco. «Non mi ricordo che la scuola sia stata fatta con i soldi delle royalties. Anzi, credo proprio che il Comune abbia acceso un mutuo. È stata fatta con fondi comunali – dichiara il primo cittadino a MeridioNews Ma che avrei dovuto fare? Non inaugurarla? Chi la dice questa cosa dei fondi? In tempi di coronavirus, io la relazione della commissione Antimafia non l’ho letta».

Il tema delle royalties torna caldo alla fine di luglio 2019. Il Comune di Misterbianco, in qualità di territorio confinante, chiede alla Oikos il pagamento di oltre cinque milioni e mezzo di euro di royalties arretrate. La tesi dell’amministrazione misterbianchese – ancora guidata da Nino Di Guardo, poiché non era ancora intervenuto lo scioglimento per mafia del Comune – è che la società della discarica debba corrisponderle royalties a partire dal 2010. Cioè da quando la Regione Siciliana ha stabilito che i soldi spettino anche a chi non ha la discarica nel proprio territorio, ma ne subisce gli effetti. I criteri della suddivisione delle somme, però, vengono fissati solo nel 2017. Cioè sette anni dopo. Perché quei soldi spettino solo a Motta, Carrà fa il diavolo a quattro: un ricorso dopo l’altro alla giustizia amministrativa, perdendo sempre. La sua tesi, enunciata a MeridioNews mesi fa, è lineare: «Che c’entrano gli altri Comuni? Le royalties devono andare solo a noi».

La Regione Siciliana la pensa diversamente e i giudici amministrativi le danno ragione. Così, se è vero che il Tar ha sospeso i decreti ingiuntivi del Comune di Misterbianco, è anche vero che il merito di quella vicenda sarà discusso solo a maggio 2020. Spetterà ai magistrati, infatti, stabilire se a Misterbianco spettino le royalties dal 2010 o dal 2017. Ed eventualmente chi dovrà darglieli e in che modo. Se la Oikos (che però ha già pagato tutto a Motta) o Motta, trasferendo quelle somme al Comune vicino. La risposta arriverà tra poco più di un mese.

Luisa Santangelo

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