Le Province siciliane nelle mani del Governo Crocetta: che mala fine…

GLI EX PARLAMENTARI DELL’ARS, RIUNITI A PIAZZA ARMERINA, INSIEME CON IL PROFESSORE ANDREA PIRAINO, HANNO PROVATO A RICORDARE AGLI ATTUALI 90 ‘CALIFFI’ DI SALA D’ERCOLE CHE, PRIMA DI LEGIFERARE BISOGNA CONOSCERE ALMENO I RUDIMENTI DEL DIRITTO COSTITUZIONALE

Le Province siciliane resteranno commissariate o Sala d’Ercole, entro la fine di quest’anno, approverà la riforma che dovrebbe introdurre le aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina e i liberi Consorzi di Comuni? 

Il tema è stato affrontato ieri e oggi, a Piazza Armerina, nel corso del convegno annuale dell’associazione ex Parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana.

Due giorni per dibattere un tema delicato che, fino ad oggi, è stato gestito male dall’attuale Governo regionale e, perché no?, dalla stessa Sala d’Ercole che, con la legge n. 7 approvata quest’anno, ha abolito gli organi elettivi delle nove Province dell’Isola con la scusa della ‘riforma’, in realtà solo per risparmiare.

L’abolizione delle figure dei presidenti, degli assessori e dei consiglieri provinciali è stata accompagnata da un demenziale tagli delle risorse alle Province che sono rimasti tali, ma senza soldi.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti: disservizi, dipendenti demotivati, Licei e, in generale, scuole superiori passate allo Stato (e meno che la Sicilia è una Regione ‘Autonoma’!) e scuole provinciali nel caos con docenti licenziati in tronco e classi piene zeppe di alunni. Un delirio.

Tanto che i genitori di questi studenti stanno pensando a una class action verso la pubblica amministrazione, perché nel 2013 non sono pensabili classi-pollaio per la bella faccia di un Governo regionale di incapaci.

Non sappiamo se questi temi – che sono quelli che interessano alla gente – sono stati al centro della due giorni di Piazza Armerina. Anche perché non c’eravamo e ci stiamo rifacendo a un comunicato stampa.

Dal comunicato stampa apprendiamo che ad aprire i lavori è stato il presidente dell’associazione ex Parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana, Rino La Placa, che ha sottolineato le intenzioni degli ex deputati e degli incontri annuali, sollecitando un confronto aperto per la realizzazione di un documento che potesse essere uno spunto di riflessione per il Governo attuale (considerazione molto ottimistica da parte del presidente La Placa, che parte dal presupposto che gli attuali governanti della Sicilia riflettano…)..

Dopo i saluti del Sindaco di Piazza Armerina, Filippo Miroddi, che si è detto “orgoglioso di ospitare a Piazza Armerina un pezzo di storia della Sicilia”, è stato presentato al pubblico lo studio effettuato dal professore Andrea Piraino, ordinario di Diritto Costituzionale dell’Università degli Studi di Palermo, che ha sottolineato come la riforma delle Province non possa essere “minimizzata a una banale revisione delle spese, considerando che togliendo le indennità dei rappresentanti politici si risparmia solo alcune centinaia di migliaia di euro, mentre serve una riorganizzazione del sistema in modo efficace ed efficiente che sia in linea con l’Europa, di cui siamo parte”.

“La riforma del Governo locale non può essere affrontata senza pensare a una riforma della Regione – ha spiegato il professore Piraino (foto a destra) – ed è necessario pensare all’Autonomia non come sistema di separazione e autoreferenzialità, ma di apertura e di assunzione di responsabilità”.

Piraino ha aggiunto che se la frammentazione è stata causa della deflagrazione dell’economia, “oggi serve un sistema di istituzioni cooperative, collaborative e integrate, in cui la Regione abbia potere di indirizzo, programmazione e controllo e sia capace di decentrare l’operatività ad organi inferiori”.

Sulla questione della riforma delle Province e della istituzione di liberi Consorzi e città metropolitane, poi, il professore Piraino ha aggiunto che non bisogna tornare ai vecchi comprensori anni ’70, quali organi di coordinamento senza una reale funzione, ma “serve un sistema di istituzioni federali in cui i liberi Consorzi e le città metropolitane esercitino efficacemente funzioni di governo di area vasta”.

Sull’eleggibilità dell’organo di governo, poi, ha aggiunto che “sarebbe incostituzionale e contrario alla carta europea dei diritti dell’Autonomia una elezione indiretta, perché un organo che esercita funzioni di Governo, secondo Costituzione, deve rapportarsi direttamente ai cittadini”.

Piraino, insomma, che insegna, per l’appunto Diritto Costituzionale, ha cercato di spiegare al Presidente della Regione, Rosario Crocetta, e ai suoi ‘giuristi-filosofi’, che l’idea di un’elezione di secondo grado, elaborata dall’attuale Governo, è sostanzialmente una ‘bacarata’ degna di chi, nella propria vita, non ha mai aperto un testo di Diritto Costituzionale.

Interessante, poi, l’intervento dello storico Pasquale Hamel che ha ricordato alla platea la storia delle Province, dalle tre Valli della Sicilia (Val di Mazzara,Val Demone e Val di Noto) a oggi, sottolineando come il 1812 fosse stato l’anno di svolta per la Sicilia con la prima Costituzione.

Hanno concluso i lavori i Consiglieri parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana Fabrizio Scimé (che ha presentato lo stato di fatto della legge regionale sulle Province sulla base dei disegni di legge depositati fino a oggi), e Daniele Marino che ha sottolineato la differenza tra il disegno regionale e quello nazionale dove sembra che si voglia agire in modo più radicale eliminando del tutto la Provincia come ente intermedio attraverso un intervento sulla Costituzione.

Gli atti del convegno e un breve documento spunto di riflessioni ulteriori saranno diffusi nei prossimi giorni.

Presente anche il vice presidente vicario del Parlamento siciliano Antonio Venturino, che si è mostrato disponibile ad ascoltare i suggerimenti degli ex parlamentari e, se in linea con il suo pensiero, a farsi ambasciatore del messaggio, nella speranza che non sia necessaria una proroga del commissariamento delle attuali Province nell’eventuale impossibilità di promulgare una legge organica e razionale entro la fine dell’anno.

Redazione

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