Le presenze dei consiglieri comunali a Palazzo Chi ha meno «anomalie» è anche più assente

Dei 45 consiglieri eletti al Comune di Catania, su ben 43 il MoVimento 5 stelle etneo ha avuto da ridire. Inserendo i loro nomi in un report che racconta le «anomalie» legate alle presenze nelle commissioni consiliari e al consiglio comunale del 2014. Tra doni dell’ubiquità, presunti teletrasporti e permanenze di un solo minuto fatte mettere a verbale. Ma i numeri raccolti dagli attivisti pentastellati tracciano anche un quadro complessivo delle presenze dei rappresentanti cittadini nello svolgimento delle loro funzioni istituzionali. Antonino Vullo, per esempio, è il consigliere con il più alto numero di presenze nelle commissioni: 376 nell’anno preso in esame. Al contrario, il consigliere Giuseppe Castiglione – uno dei due virtuosi secondo i cittadini a cinque stelle – potrebbe apparire come quello che meno frequenta le commissioni: la sua presenza è stata registrata tra i componenti solo 50 volte

Tra i presenzialisti delle commissioni si segnalano anche Ludovico Balsamo (354), Sebastiano Arcidiacono (323), Sebastiano Anastasi (342), Mario Crocitti (341), Giovanni Marletta (328), Agatino Lanzafame (319), Niccolò Notarbartolo (334), Vincenzo Parisi (321), Elena Ragusa (328), Ersilia Saverino (348), Francesco Saglimbene (322), Elisabetta Vanin (375) e Lanfranco Zappalà (335). Tredici consiglieri comunali i cui nomi vengono segnalati dagli attivisti, in varia maniera, per «teletrasporto, ubiquità e brevi permanenze». Ma che avrebbero passato nelle aule di Palazzo degli elefanti quasi ogni giorno dell’anno. A far loro da contraltare ci sono i consiglieri che, invece, si sono fatti vedere meno spesso. Oltre al già citato Castiglione aggiungiamo Giovanni D’Avola (74 presenze), Francesco Petrina (82), Manlio Messina (85) e Daniele Bottino (96). Bottino è il secondo dei consiglieri sui quali il M5s di Catania non ha notato incongruenze

A proposito delle presenze in commissione, però, i dati di Giuseppe Castiglione, Giovanni D’Avola e Manlio Messina potrebbero essere falsati. Si tratta, infatti, dei capigruppo rispettivamente di Grande Catania, Partito democratico e Area popolare. In virtù del loro ruolo, i tre consiglieri possono entrare in commissione senza essere registrati nell’elenco dei componenti. Una presenza che, proprio poiché segnalata in modo diverso rispetto a quella dei colleghi, potrebbe rimodulare verso l’alto il numero delle presenze di Castiglione, D’Avola e Messina calcolate dagli attivisti etnei. 

Capitolo a parte meritano le presenze in consiglio comunale. Il più presenzialista dell’intero senato cittadino, almeno nel 2014, è Agatino Tringale, con le sue 47 presenze. A seguire Carmelo Sofia (46), Manlio Messina e Giuseppe Catalano (45 entrambi), Sebastiano Arcidiacono (44) e Agatino Lanzafame (42). Le sedute totali dell’aula consiliare, nell’arco di quei 12 mesi, erano state 53. Chi ha disertato più spesso le stanze di Palazzo degli elefanti, invece, è Santi Bosco. Con le sue 16 presenze dichiarate è in assoluto il consigliere che si è assentato il maggior numero di volte. Dopo di lui, distaccati di misura, ci sono Rosario Gelsomino e Maurizio Mirenda (22), Francesco Petrina e Vincenzo Parisi (23), Francesco Saglimbene (24), Massimo Tempio e Beatrice Viscuso (25). 

A guardare i dati sulle indennità dei consiglieri, pubblicati sul sito del Comune di Catania, si evince anche l’importo medio percepito. La quasi totalità dei componenti di Palazzo degli elefanti guadagna poco più di 24mila euro lordi l’anno. Quasi il massimo considerando che ogni mese sono loro concessi 27 gettoni di presenza (da 75,51 euro ciascuno), per un totale di 325 l’anno. Superata questa cifra, l’attività istituzionale risulta senza retribuzione. Vale a dire che smette di pesare sulle casse del municipio. Sono 26 – dei 45 consiglieri eletti – quelli che hanno più presenze di quante ne vengano retribuite. Ci sono poi da contare i consiglieri comunali che percepiscono, grazie alla propria attività politica, anche un rimborso dai datori di lavoro privati. Si tratta di Lanfranco Zappalà (più di 38mila euro di permessi retribuiti), Daniele Bottino (29mila euro), Alessandro Messina (28mila euro), Elisabetta Vanin (27mila euro), Giuseppe Castiglione (14mila euro) e Massimo Tempio (13mila euro). 

Cassandra Di Giacomo

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