Pentole vuote a simboleggiare il fatto di non avere più cosa mettere a tavola e megafoni in mano per fare sentire il proprio grido di rabbia e disperazione. Così, questa mattina, decine di famiglie si sono date appuntamento – pur rispettando le distanze sociali previste per contenere i contagi del nuovo coronavirus – per protestare sotto la sede dell’assessorato ai Servizi sociali del Comune di Catania, in via Dusmet. «Io sono qui perché ho fame», è la scritta fatta con un pennarello nero sui fogli che molti tengono in bella mostra davanti al petto. Sono soprattutto le persone escluse dagli aiuti, come per esempio i buoni spesa, che avrebbero dovuto garantire un minimo sostegno in questo periodo di estrema difficoltà legata alla pandemia da Covid-19.
«È soprattutto nei momenti di grande difficoltà che le istituzioni devono più che mai aprirsi alla città. Rifiutarsi di ascoltare le esigenze dei cittadini è un atto grave», dichiarano i volontari dal Comitato reddito-casa-lavoro che, in questo periodo, hanno assistito in vari modi le famiglie per cui l’emergenza sanitaria si è presto trasformata anche in emergenza economica e sociale. Nelle scorse settimane, più volte era stato chiesto un incontro all’assessore ai Servizi Sociali Giuseppe Lombardo. Finora, però, le porte di via Dusmet sono rimaste chiuse. «Chi non muore di Covid, muore di fame». Questo era stato il messaggio chiaro lanciato come grido dall’allarme da cittadini rimasti senza sostegni economici.
Dopo la via crucis per i buoni spesa e la ricerca di un pin che avevano rallentato lo sblocco di alcune pratiche, ci sono persone rimaste comunque esclude da ogni tipo di sussidio. È il caso degli idonei non beneficiari. C’erano anche loro oggi a manifestare in via Dusmet. «Avrei diritto ad avere aiuto, ma alla fine non lo riceverò – fa notare Elena amareggiata – Hanno chiaro che stiamo morendo di fame, ma nemmeno rispondono al telefono. È una vergogna!». Tanto che, giorni fa, gli attivisti erano andati a posizionare davanti al portone un telefono gigante. «Sappiamo che ogni Comune ha ampi margini di manovra sulla gestione dei fondi destinati a questi aiuti – afferma Simone Di Stefano del comitato – e pertanto non possiamo che chiedere delle modifiche, come già successo in altre città».
Alle 15.30 l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo fa sapere che nella mattinata ha ricevuto una delegazione di cinque rappresentanti dei manifestanti, tra cui anche una richiedente del buono spesa. «Ho spiegato con toni distesi i criteri e le modalità, adottati in ossequio all’ordinanza della protezione civile nazionale che assegnava i fondi, di erogazione del buono spesa. Abbiamo dato priorità a tutti coloro che versavano in condizioni di totale assenza di reddito, disoccupati/inoccupati, seguendo un criterio cronologico di presentazione della domanda».
Stando a quanto riferito dall’assessore, gli idonei non beneficiari sarebbero, per la stragrande maggioranza, soggetti che comunque hanno dichiarato in domanda di ricevere un sussidio pubblico (reddito di cittadinanza, Naspi, cassa integrazione, pensione). Sarebbe stata questa la ragione per cui «vanno in coda per esaurimento dei fondi disponibili assegnati dal governo nazionale». Sulle altre richieste avanzate dalla delegazione dei manifestanti, come quella di fare diventare il buono spesa misura stabile, Lombardo ha ricordato che «qualche giorno fa in giunta abbiamo deliberato la destinazione al buono spesa di risorse per 213mila euro della campagna promossa dal sindaco Salvo Pogliese Catania aiuta Catania che consente di soddisfare altre 710 domande tra gli idonei non beneficiari, aggiuntive rispetto alle 6.398 già beneficiarie».
L’assessore ha parlato di un incontro «sereno e chiarificatore» alla fine del quale, da entrambe le parti è stato preso l’impegno di un aggiornamento nei prossimi giorni sulla materia del sostegno alimentare. «C’è un impegno di questa amministrazione a rendere operativo quanto prima il buono spesa regionale all’esito dell’incontro promosso da Anci Sicilia, che si terrà domani presso il dipartimento famiglia tra i tecnici dei rispettivi comuni e quelli dell’assessorato regionale alla Famiglia, e altre misure che insieme al sindaco e all’assessore Sergio Parisi vorremmo inserire nella programmazione del Pon metro asse 3 – Servizi sociali».
Nonostante la soddisfazione per avere ottenuto l’auspicato incontro con l’assessore Lombardo e per avere ricevuto delle risposte sulle richieste avanzate nelle scorse settimane, dal Comitato reddito-casa-lavoro affermano che «è stata data risposta solo per il 30 per cento di quello che è il totale dei fondi stanziati dalla Regione, per cui solo 1,8 milioni di euro saranno disponibili, vincolati solo per i buoni spesa, mentre per il restante 70 per cento ancora non si sa nulla. L’assessore spera che una volta finiti i buoni spesa con i 1,8 milioni di euro verranno erogati i restanti. Su questo, però – concludono – si chiedono chiarimenti alla Regione Siciliana, dato che l’assessore non è riuscito a fornirci risposte esaustive».
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