Le nonne più giovani d’Italia? Sfida è tutta catanese Ma il vero record in Sicilia sono le mamme bambine

«Salve, posso raccontare la storia della mia famiglia?». Da quando abbiamo pubblicato la storia della nonna più giovane d’Italia – la catanese 32enne Concetta Marchese – le segnalazioni sono arrivate a pioggia. Altre giovani donne etnee rivendicavano questo strano primato. «Ho letto il vostro pezzo sulla donna che dice di essere la nonna più giovane d’Italia e vorrei sfidarla – dice a MeridioNews Rosy Pecoraio – Io sono diventata mamma a 13 anni, nonna a 29 e bisnonna a 48. Adesso in tutto ho cinque figli, 13 nipoti e due pronipoti». 

Il record, almeno per il momento, è riassegnato. Dall’albero genealogico di Rosy ci contatta anche una delle nipoti, Marika Di Tullio: «Io e mia nonna siamo rimaste scioccate – racconta – perché quel primato è suo: mia mamma ha avuto me a soli 15 anni e, quindi se la matematica non è un’opinione, la mia è diventata nonna a 29 anni. Anche io – prosegue la giovane – adesso sono mamma di due bambini, una di sei anni e uno di 17 mesi. Così, tra l’altro la madre di mia nonna è diventata trisavola a 73 anni». 

Dai dati analizzati dalla classifica del Sole 24 ore sulla qualità della vita è emerso che Catania è la seconda provincia con il più alto tasso di natalità in Italia, insomma un territorio piuttosto fertile. Ma quante di queste donne diventano madri quando sono ancora bambine? Per provare a capire la grandezza del fenomeno, abbiamo chiesto i dati a tutti gli ospedali pubblici dotati di punti nascita. 

All’azienda ospedaliera Policlinico – Vittorio Emanuele (che comprende anche l’ospedale Santo Bambino, oggi San Marco) nel corso del 2018 si sono registrati 3.678 parti, di questi in 51 casi (ovvero l’1,4 per cento) le partorienti avevano meno di 18 anni. Nel 2019 (basandosi sui dati rilevati dall’azienda sanitaria dal mese di gennaio a quello di ottobre), a partorire sono state 2.690 donne, di cui 25 non ancora maggiorenni (cioè lo 0,9 per cento del totale). Su un numero totale di parti nell’ospedale Cannizzaro che oscilla tra i 1.100 e i 1.200, nel 2018 otto donne non avevano ancora raggiunto la maggiore età mentre nel 2019 (con i dati rilevati da gennaio a ottobre) le minorenni che hanno partorito sono state dieci

Nove minorenni su 478 parti totali (cioè, l’1,88 per cento) hanno dato alla luce i loro bambini nel 2018 nell’ospedale Santissima Addolorata di Biancavilla. Sulle 600 donne che hanno partorito all’ospedale Gravina di Caltagirone, nel 2018, nove non erano ancora maggiorenni (ovvero l’1,5 per cento). In questi due casi non è stato possibile fare il confronto con i dati dell’anno in corso perché non sono ancora stati elaborati. Dall’azienda ospedaliera del Garibaldi e dal presidio ospedaliero Santa Marta e Santa Venera di Acireale non è stato possibile invece ottenere nessun dato.

Percentuali che potrebbero sembrare basse ma che, in realtà, se raffrontate con il dato nazionale non lo sono affatto. Stando ai dati dell’Istituto superiore di Sanità, in Italia, il numero di donne minorenni che hanno partorito dal 2001 al 2017 oscilla da un minimo dello 0,41 per cento dell’ultimo anno preso in considerazione al massimo dello 0,69 per cento del primo. Nell’arco temporale, il dato percentuale è in costante calo. È la Sicilia la regione a detenere il primato assoluto (confermato ogni anno) di madri bambine. La percentuale più alta è l’,1,90 per cento del 2001 fino ad arrivare all’1,04 per cento del 2017. Numeri lontani non solo dal dato nazionale ma anche da quelli delle Regioni che si attestano al secondo e al terzo posto, ovvero Campania e Puglia, che non superano mai rispettivamente l’1,17 e l’1,16 per cento.

Marta Silvestre

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