Le elezioni acesi e la tettoia della discordia Scontro tra candidati su presunti abusi

La tettoia della discordia. Potrebbe diventare questo il titolo dell’ultimo capitolo della campagna elettorale ad Acireale, dove domenica e lunedì si andrà a votare per il ballottaggio che vedrà contrapposti il candidato di Cambiamo Acireale Roberto Barbagallo e Michele Di Re, l’imprenditore sostenuto, tra gli altri, da Forza Italia. Che la giornata odierna sarebbe stata ad alta tensione lo si è capito sin dalle prime ore del mattino. Poco dopo le 9, infatti, Barbagallo e Nicola D’Agostino, l’onorevole dell’Udc che è il vero padre putativo del progetto Cambiamo Acireale, hanno comunicato di essersi recati al Commissariato di polizia per denunciare la diffusione di un volantino anonimo contenente frasi diffamatorie nei confronti del giovane candidato sindaco.

Nel volantino si sarebbe fatto riferimento in maniera diffamatoria, sostengono i due, a una vicenda che già qualche settimana fa ha dato il via a una polemica in merito a un presunto abuso edilizio, nel quale Roberto Barbagallo comparirebbe come direttore dei lavori. In quei giorni gli attacchi provenienti dalle coalizioni avverse furono placati da D’Agostino in persona, il quale dichiarò che la vicenda riguardava una sanatoria edilizia concernente uno stabile dei suoceri di Barbagallo. Costruzione, quest’ultima, che risaliva a più di vent’anni addietro. In poche parole, stando al pensiero del deputato regionale, quella fuoriuscita dagli uffici comunali non era altro che una trovata elettorale, un modo come un altro per mettere in cattiva luce il candidato di Cambiamo Acireale.

Stamani, però, l’attenzione è ritornata prepotentemente sul presunto abuso. Poche ore dopo la denuncia di Barbagallo e D’Agostino, infatti, il deputato nazionale Basilio Catanoso, il principale sponsor del contendente Di Re, ha indetto una conferenza stampa nel corso della quale sono stati distribuiti ai giornalisti i documenti che dimostrerebbero come i fatti imputati non riguardano soltanto una sanatoria edilizia, ma anche un’ingiunzione di demolizione per una tettoia di recente costruzione realizzata al terzo piano dello stabile in questione.

Nello specifico, con un’ordinanza del 4 febbraio 2014, il Comune di Acireale ingiunge la ditta responsabile della costruzione alla demolizione della tettoia; struttura alla cui realizzazione Barbagallo ha partecipato in qualità di ingegnere e direttore dei lavori. Nelle conclusioni della relazione dei tecnici del Comune si legge: «La nuova tettoia lignea risulta realizzata in difformità rispetto alle prescrizioni imposte dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Catania sia con riferimento alle chiusure operate (previste limitatamente alla sola parte orizzontale), sia con riferimento all’altezza (che, in difformità della prescrizione imposta, supera di 30 centimetri l’altezza del preesistente manufatto), sia con riferimento ai materiali utilizzati in quanto il provvedimento autorizzativo ne imponeva la realizzazione “con struttura smontabile in acciaio” (mentre venne costruita in legno, ndr). Le caratteristiche costruttive – si legge nel verbale – (vedi chiusura della parte inferiore del prospetto Sud della tettoia realizzata in corrispondenza del preesistente fabbricato, oltre che la prevista installazione di pannelli solari per la produzione di energia elettrica dalla copertura), inoltre, legittimano dubbi in ordine alla precarietà della stessa tettoia».

Nella relazione inoltre si specifica che «l’ampliamento del preesistente locale al terzo piano (realizzato in sostituzione del locale indicato come “veranda” negli elaborati grafici esibiti dalla ditta, e come tale individuabile nella documentazione fotografica) risulta realizzato in assenza di permesso per costruire, di autorizzazione della Soprintendenza ai BB.CC.AA. e di nulla osta dell’ufficio del Genio civile».

Parlando con i giornalisti, Catanoso ha dichiarato di aver riunito la stampa con l’obiettivo di fare chiarezza in seguito alla denuncia fatta da Barbagallo e D’Agostino: «Abbiamo le carte – ha esordito il deputato nazionale – che dimostrano come le voci uscite nelle settimane passate non siano frutto d’invenzione». Catanoso ha poi continuato: «Non è tanto l’abuso in sé, che oggi nell’immaginario collettivo sembra un reato normale, ma il fatto che non lo dovrebbe essere per una persona che vuole fare il sindaco». Il principale sostenitore di Di Re ha poi fatto riferimento alle parole rilasciate nelle settimane scorse da D’Agostino: «Non è un presunto abuso edilizio, è un abuso edilizio. Ritenevo che l’onorevole D’Agostino avesse detto in buona fede quelle parole, ma oggi inizio a dubitarne, perché è grave se un parlamentare regionale diventa complice di una bugia rispetto al proprio elettorale». Catanoso, poi, ha sottolineato che il procedimento di sanatoria di parte dell’edificio sarebbe iniziato in concomitanza con la scoperta dell’abuso riguardante la tettoia. L’onorevole, che ha dichiarato di parlare «in difesa dell’Acireale per bene», si è poi concentrato sul fatto che Barbagallo, pur essendo a conoscenza dei fatti, avrebbe confermato la propria bugia fino al punto di scrivere una lettera al sindaco uscente di Acireale, Nino Garozzo, affermando che si è parlato di «un inesistente abuso edilizio che sarebbe stato commesso da miei familiari e nell’ambito del quale io figurerei come direttore dei lavori».

Ma dove sta la verità? Nonostante la tensione pre-voto spinga i difensori dell’uno e dell’altro candidato a prendere posizioni nette e anche se i documenti dimostrano che la trasmissione della notizia di reato alla Procura di Catania riguarda anche una struttura – la tettoia – di recente costruzione, al momento dall’ordinanza del Comune di Acireale non si può asserire una verità definitiva, in quanto a stabilire chi ha ragione saranno gli organi giudiziari preposti. In conclusione, si può affermare che a oggi ciò su cui si sta dibattendo rimane comunque un presunto abuso edilizio.

Simone Olivelli

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