Le casse del Comune sono a secco Chiesto anticipo di 303 milioni a Bnl

Il candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli lancia l’allarme sui conti del Comune di Palermo. E in effetti, leggendo fra le carte delle ultime delibere di giunta, la crisi di liquidità è messa nero su bianco. L’esecutivo cittadino, infatti, ha dovuto aumentare da tre a cinque dodicesimi la capacità di ricorrere all’anticipazione di tesoreria: il massimo consentito dalla legge. Una misura cui finora il sindaco Leoluca Orlando, che ha la delega al Bilancio da quando Luciano Abbonato ha lasciato per la Corte dei Conti, si era sempre vantato di non aver fatto ricorso lasciando l’indebitamento di Palazzo delle Aquile ai livelli più bassi tra le grandi città.

Ora però non è più così a causa di una «contingente crisi di liquidità in cui si è venuto a trovare l’ente nei primi mesi dell’anno», si legge nella delibera. In questi anni l’amministrazione comunale aveva sempre evitato l’anticipazione di cassa ma ora i ritardi nei confronti di creditori e dipendenti sono troppi, basti pensare alle continue proteste dei sindacati di Rap, Amat o Reset per gli stipendi versati fuori dai termini.

Già a gennaio l’amministrazione aveva fatto ricorso ad una prima anticipazione di tesoreria «per tre dodicesimi delle entrate accertate nel penultimo anno precedente (rendiconto di gestione 2015, ndr), afferenti ai primi tre titoli di entrata del bilancio (che sarebbero tributi, trasferimenti e proventi per un totale di 728 milioni, ndr)». La banca che fa da tesoriere, cioè la Bnl, in pratica, aveva concesso un anticipo stimato in 182 milioni con interessi passivi per 400mila euro, prelevati dal fondo di riserva in esercizio provvisorio grazie ad una delibera di giunta dei primi di febbraio.

Soldi che evidentemente non bastano più dato che la giunta ha autorizzato il ricorso all’intera disponibilità prevista per legge, cioè cinque dodicesimi, 303 milioni e spicci, perché i 182 milioni circa autorizzati a gennaio «non sono più sufficienti a garantire una efficiente gestione di cassa nel corso del 2017» per «garantire il pagamento delle retribuzioni del personale dipendente, l’assolvimento delle spese obbligatorie e la tempestività dei pagamenti connessi a debiti di natura commerciale». La delibera ha ricevuto l’ok, oltre che del sindaco, anche del dirigente del Servizio Bilancio Luigi Mortillaro e del ragioniere generale Carmela Agnello.  

«L’ennesimo anticipo di cassa, addirittura per pagare gli stipendi – attacca Ferrandelli – è la dimostrazione non solo di una grave criticità gestionale, ma anche di una mancanza di visione progettuale, in grado ad esempio di drenare finanziamenti comunitari. Anticipi di cassa che avranno pesanti ricadute sia sulle casse del Comune ma soprattutto sui cittadini. Alla somma da restituire va infatti aggiunto almeno mezzo milione di euro di interessi. Soldi che potrebbero essere investiti in servizi per la cittadinanza». «La decisione del sindaco Orlando e della sua giunta di aumentare al massimo l’anticipo di cassa fino a 303 milioni di euro – rilancia il consigliere di Forza Italia Angelo Figuccia -, un fatto finora mai avvenuto, dimostra chiaramente come i conti del Comune siano in profondo rosso, altro che ‘siamo a posto’, come Orlando ama dire».

Dello stesso parere il candidato pentastellato, Ugo Forello: «Per cinque anni Orlando ci ha raccontato di aver scongiurato il default e messo i conti in ordine del Comune di Palermo. A due mesi dal voto scopriamo che non è così e l’amministrazione è costretta a smentire se stessa e rivolgersi alle banche per far fronte alle spese correnti». Il consigliere Filippo Occhipinti, in lista con Sinistra Comune, difende l’operato dell’amministrazione: «Il comune di Palermo è uno degli ultimi, se non l’ultimo dei grandi comuni d’Italia, ad utilizzare l’anticipazione di tesoreria onerosa. Con questo non voglio nascondere i problemi di cassa del Comune ma la realtà è che i Comuni hanno subito ingenti tagli dei trasferimenti dello Stato e della Regione, sostituiti da tasse da incassare che sicuramente sono meno certe dei trasferimenti statali. Chi oggi critica e attacca Orlando e la sua gestione, tra cui esponenti autorevoli di partiti regionali e nazionali che avallavano questo folle sistema, dove sono stati finora?».

Nel tardo pomeriggio arriva la replica del primo cittadino, che addossa le colpe fondamentalmente ai ritardi dei trasferimenti da parte di Stato e Regione: «Nessuno è contento di dover ricorrere all’anticipazione di cassa, con i costi che questo comporta, ma l’amministrazione comunale ha la responsabilità di evitare che comportamenti irresponsabili di altri enti si ripercuotano sulla vita di migliaia di persone e sui servizi alla città. Proprio perché i conti del Comune sono in ordine, possiamo permetterci oggi di fare ricorso all’anticipazione, per sopperire alle carenze e ai ritardi di Stato e Regione». 

«E visto che di conti stiamo parlando – prosegue -, a tutti coloro che in queste ore danno i numeri, cito soltanto due dati: nel 2017, il Comune non ha ancora incassato un solo euro dalla Regione e, nonostante questo, per esempio, sta anticipando le spese relative alle comunità per minori e alle comunità per il disagio psichico. Forse dovremmo interrompere questi servizi per non ricorrere all’anticipazione di cassa? E per quanto riguarda lo Stato, nel 2017 non sono stati versati ancora i fondi relativi al Coime e il Comune ha quindi già anticipato oltre 13 milioni di euro. Forse – conclude Orlando – dovremmo interrompere i servizi del Coime, non pagare gli stipendi dei lavoratori Coime e fermare le manutenzioni per non ricorrere all’anticipazione di cassa?».

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