«Avvocato, volevo ringraziarla. Stamattina mi è arrivata un po’ di spesa». Mancano appena due giorni a Natale 2017, quando una donna telefona per mostrare riconoscenza a chi probabilmente le garantirà di mettere sul tavolo un pasto più ricco in occasione della prossima festività. La stessa donna una settimana dopo tornerà a farsi sentire, chiedendo qualcosa per il cenone di Capodanno, ma non è chiaro se il desiderio sia stato poi esaudito. Destinatario delle comunicazioni in entrambe le circostanze, la seconda tramite la propria segretaria, è Stefano Pellegrino, deputato regionale di Forza Italia indagato per corruzione elettorale in occasione delle ultime Regionali, senza l’aggravante mafioso.
Sessant’anni originario di Marsala, Pellegrino è accusato dai magistrati di avere comprato voti per ottenere un seggio all’Ars. Lì dove era già stato nella precedente legislatura, subentrando a Mimmo Fazio, l’ex deputato travolto dall’inchiesta Mare Monstrum. L’esponente forzista, stando alla ricostruzione dei magistrati della Dda di Palermo nell’ambito dell’inchiesta che oggi ha portato al fermo di tre persone, avrebbe cercato sostegno a Campobello di Mazara e, nello specifico, nei responsabili del movimento Io amo Campobello: cioè il 39enne Calogero John Luppino e Salvatore Giorgi, zio del primo e dai più conosciuto con il nome di Mario. I due sono attivi nel settore delle scommesse online e delle slot, settore in cui si sarebbero inseriti, secondo i magistrati, forti dei propri contatti con le famiglie mafiose del Trapanese.
Luppino e Giorgi avrebbero incontrato Pellegrino a inizio ottobre 2017. L’abboccamento tra gli imprenditori e politici locali con il deputato – l’incontro sarebbe avvenuto grazie all’intercessione di un ex assessore comunale – avrebbe portato a un accordo preciso, al punto che i primi due si sarebbero impegnati a sostenere Pellegrino anche sottraendo voti a Toni Scilla, anche lui ex deputato e due anni fa avversario di Pellegrino nella corsa per sala d’Ercole. «Ma io per chi devo votare, Calò?», chiede a Luppino un uomo la cui moglie gestisce un centro scommesse. L’imprenditore va dritto al punto: «Noialtri abbiamo chiuso con Pellegrino».
Nel decreto di fermo per Luppino, Giorgi e il castelvetranese Francesco Catanalotto, si sottolinea come il consenso attorno al deputato forzista, che alla fine prenderà complessivamente 7.670 voti, venga costruito attorno alle attività legate ai giochi online che fanno riferimento a Luppino. In un altro caso, infatti, il 39enne avrebbe contattato un soggetto che lavora con le slot ed è considerato vicino alla famiglia mafiosa di Mazara del Vallo. Anche in questo caso l’invito è a spostare i voti promessi a Scilla verso Pellegrino. «Non fare più riunioni con Scilla, non fare più niente con nessuno ed inizia… perché ti porto i fac-simile e pure i manifesti», avverte Luppino. L’altro risponde: «Il lavoro io posso farlo anche da qua (Marsala, ndr), perché oramai qua ci sono un sacco di picciotti di 18-19 anni».
Tra le intercettazioni in mano ai carabinieri ce ne sono alcune in cui emergerebbe un interessamento diretto verso Pellegrino da parte dell’esponente mafioso Franco Luppino, che avrebbe dato indicazioni sul voto direttamente dal carcere. Dai colloqui registrati dentro il penitenziario non sono arrivate conferme, anche se i magistrati sottolineano come i metodi per fare arrivare all’esterno gli ordini potrebbero essere stati altri. Il nome di Pellegrino sarebbe stato fatto anche dal capo mandamento Dario Messina, che avrebbe affermato di avergli procurato oltre 160 voti, seppure con un impegno «a livello amichevole». L’ipotesi della Dda è quella per cui la compravendita dei voti sarebbe avvenuta sia tramite denaro contante che generi alimentari. A tal proposito, Mario Giorgi in un’occasione ricorda al proprio interlocutore di avere distribuito buste della spesa a ridosso delle elezioni. «Quando fu per Pellegrino ti ho portato la spesa e 50 euro la settimana dopo».
Il legame con il politico forzista si sarebbe protratto ben oltre l’elezione. Nella pagina Facebook del movimento Io amo Campobello sono tanti i riferimenti a Pellegrino, compreso un post per festeggiarne il compleanno. Dal canto suo il deputato, che arrivato all’Ars ha trovato spazio anche nella commissione regionale Antimafia, avrebbe considerato la possibilità di mostrare ulteriormente la propria riconoscenza, dicendosi interessato a trovare posto nello staff dell’assessorato all’Agricoltura a una figura segnalata da Giorgi e Luppino. «Datemi un curriculum di un revisore dei conti iscritto all’albo, e poi vediamo le altre cose che possono nascere», avrebbe assicurato Pellegrino, stando a quanto si dicevano i due tra loro, mentre erano intercettati.
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