Sulla strage di Brindisi interviene il parlamentare regionale del Pd, Pino Apprendi, che ricorda il 23 maggio del 1992, giorno in cui avvenne la strage di Capaci.
“Anche Io c’ero quel sabato di 20 anni fa a Capaci, chiamato a prestare ‘soccorso’ a coloro che erano stati investiti dalla furia omicida, da una carica di tritolo che devastò uomini e cose – ricorda Apprendi -. Insieme ai miei colleghi vigili del fuoco, con gli occhi che brillavano senza poter piangere, perché noi non potevamo piangere, dovevamo estrarre, da ciò che era rimasto della macchina blindata, i corpi dilaniati degli uomini della scorta di Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani”.
“Oggi sabato 20 maggio 2012 (ieri per chi legge ndr), sono ancora qui a guardare il video, quasi in diretta, della strage di Brindisi; ancora corpi violentati e distrutti dall’effetto dell’esplosione; ancora con gli occhi lucidi, forse oggi ho meno diritto di piangere perché ho responsabilità politiche e devo interrogarmi se ho fatto fino in fondo tutto ciò che era nelle mie possibilità per evitare simili stragi”.
“Allora le prime immagini di Capaci furono diffuse dopo qualche ora dall’esplosione, è cambiata la tecnologia della comunicazione ma la ferocia di chi ha colpito è sempre la stessa. E’ stato alzato il tiro, ieri contro uomini dello Stato impegnati nella lotta alla mafia, oggi contro ragazzi, studenti, vittime innocenti e inconsapevoli di un disegno che non conoscono e che forse crescendo con una coscienza antimafia, in una scuola dedicata a Francesca Morvillo e Giovanni Falcone, potevano essere d’ostacolo al proliferarsi della cultura mafiosa”.
“Per Melissa Bassi e gli altri ragazzi era il solito sabato che li avrebbe visti questa sera ad una festa, anche per Falcone, Morvillo, Montinaro ,Dicillo e Schifani; si concludeva una settimana di lavoro, anche allora era un sabato”.
“Forse un giorno scopriremo gli esecutori della strage – conclude Apprendi – ma fino a quando non sapremo chi sono i mandanti, purtroppo, ci sarà sempre una prossima volta!”.
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