Un’ode appassionata e ribelle alla Sicilia, con la speranza di un cambiamento, personale e collettivo. E se a parlare di liberazione dalla mafia attraverso il teatro, nel solco delle battaglie di Pio La Torre, sono i ragazzi dell’area penale esterna del Malaspina di Palermo, tutto ha un altro sapore. È l’antimafia concreta che da anni il centro studi Pio La Torre porta avanti con passione, con i suoi progetti e le centinaia di incontri e sondaggi sulla percezione della mafia rivolti alle scuole di tutta Italia. Questa volta i giovani da sensibilizzare facevano parte di un campione speciale, un nucleo di sei, scelti all’interno dell’area penale esterna del centro polifunzionale diurno Malaspina di Palermo, tutti dai 17 ai 19 anni, tra loro anche una ragazza.
L’iniziativa è stata prevista nell’ambito del progetto Giovani cittadini consapevoli, attivi e responsabili realizzato dal centro studi Pio La Torre con il sostegno del dipartimento della Gioventù e del servizio civile nazionale della Presidenza del Consiglio dei ministri. I ragazzi si sono cimentati con la pièce Pio La Torre. Orgoglio di Sicilia, scritta da Vincenzo Consolo appositamente per il centro studi. I ragazzi coinvolti nella rappresentazione teatrale hanno anche fatto visita al bene confiscato su cui sorge la cantina Centopassi e contribuito a montare i pannelli della mostra fotografica su Pio La Torre, in esposizione al Malaspina fino a Natale.
Un traguardo arrivato al culmine di un lungo e faticoso percorso di formazione, come ha spiegato il responsabile del laboratorio teatrale, Salvo Dolce. «Il progetto si è articolato in diverse fasi, adattandolo alle esigenze di espressione dei ragazzi. Dalla testimonianza antimafia di Pio La Torre la riflessione si è estesa alla Sicilia e agli uomini che si sono spesi in prima persona per liberare questa terra». All’interno della rappresentazione ci sono stati anche arrangiamenti rap, momenti di reading e inserti dello spettacolo Fiero di essere siciliano di Ficarra e Picone. «Non siamo qui per formare giovani attori – ha aggiunto Salvo Dolce – piuttosto, l’obiettivo è utilizzare il teatro come strumento di formazione, cambiamento, crescita, integrazione, attraverso il linguaggio personale dei ragazzi». Tra i presenti all’iniziativa c’erano la direttrice Giovanna Cangelosi, il presidente del tribunale dei minorenni di Palermo, Flora Romano, e Michelangelo Capitano, direttore dell’istituto penale per i minorenni di Palermo.
«Vincenzo Consolo nel 2009 ha scritto questo atto unico appositamente per il centro Pio La Torre e sapere che oggi questa orazione civile viene utilizzata nei percorsi educativi antimafia è per noi motivo di orgoglio» ha detto Vito Lo Monaco, presidente del centro studi, ricordando le battaglie di Pio La Torre per il rispetto della democrazia e della convivenza civile. «Per sconfiggere la mafia occorre formare criticamente i giovani cittadini – ha aggiunto – e la costruzione di una coscienza critica, come ci ha insegnato Consolo, è fondamentale. In fondo, la vita di Pio La Torre offre il modello di una persona che nonostante le umili origini riesce a imporsi con la forza delle sue idee e del suo impegno politico al servizio dei più deboli, dei senza casa, dei disoccupati, contro i potenti che a Palermo, ad esempio ai cantieri navali, si facevano difendere come braccio armato dal clan dei Galatolo».
L’incontro si è svolto a porte chiuse, alla presenza, tra gli altri, dei familiari dei giovani, commossi al termine dello spettacolo. Uno dei ragazzi si è anche esibito alla fisarmonica. «I veri nobili sono i Pio La Torre, i Rosario di Salvo, i Peppino Impastato, i Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che hanno lottato e sacrificato la loro vita per la libertà, la giustizia, i diritti di tutti. Quelli che ogni giorno lottano per un’altra Sicilia», hanno detto in coro i ragazzi, facendo proprie le parole scritte da Vincenzo Consolo.
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