«Come da copione: Grifa si è rivelata quel bluff che era sotto gli occhi di tutti, ma che nessuno, chissà perché, riusciva a vedere. ‘La luce in fondo al tunnel’ del sindaco Burrafato e del senatore Lumia si è spenta definitivamente, come il M5S aveva ampiamente annunciato, arrivando a segnalare tutte le assurdità rilevate alla Guardia di Finanza».
I deputati M5S Riccardo Nuti (Camera) e Giorgio Ciaccio (Ars) non sono per nulla meravigliati, anzi, dall’annuncio dell’uscita di scena di Grifa dal piano di rilancio dell’ex Fiat di Termini Imerese.
«Sin da giugno dice Nuti – dicevamo che Grifa era un pacco vuoto, nato solo per accaparrarsi i 250 milioni di soldi pubblici e per ottenere l’ennesima cassa integrazione. È stata l’ennesima presa in giro della politica, a partire dal Ministero dello Sviluppo economico, nella persona del viceministro Vincenti, che dopo la nostra unica partecipazione ad un tavolo romano ha impedito l’accesso ai parlamentari, per finire al governo Crocetta tramite l’assessore Vancheri, passando per i sindacati che hanno creduto alle promesse e criticato gli unici che avevano cercato di mostrare a tutti la scatola vuota-Grifa. Effettuare le verifiche finanziare solo dopo mesi di inutili tavoli è la più grande assurdità di questo sistema».
Chiuso un capitolo, come ormai prassi sul fronte Termini Imerese, ne apre subito un altro.
«La Metec – dicono Ciaccio e Nuti – sembra l’ennesimo nome lanciato nella mischia con le medesime finalità di Grifa. Pensare che in 14 giorni si riesca a fare tutto quello che i predecessori non sono riusciti a fare in mesi e anni, come il piano finanziario, il progetto industriale, le analisi di mercato, è fantascientifico. Il M5S, sia con il reddito di cittadinanza, sia con l’utilizzo del Feg (Fondo europeo di adeguamento e globalizzazione) ha dato le alternative, ma evidentemente si è preferito perdere tempo percorrendo solo vicoli ciechi. Ora non si perda altro tempo: si pubblichi la richiesta di manifestazione d’interesse a livello europeo e si smetta di prendere in giro i lavoratori».
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