Le popolazioni di alcuni centri del Messinese, colpite per due due volte in due anni da nubifragi, non hanno ricevuto grande solidarietà dall’Unione Europea e dall’Italia. Questo non significa che noi siciliani non dobbiamo essere solidali, anche se attraversiamo un momento difficilissimo. Per questo motivo proponiamo un intervento della Regione siciliana in favore delle popolazioni colpite dal terremoto.
La nostra proposta è la seguente. Ci sono a disposizione quasi 900 milioni di euro per il cosiddetto Avviso 20. Sono le risorse del Fondo sociale europeo che dovrebbero servire per la formazione professionale in Sicilia.
Ebbene, tutti sappiamo che per le esigenze formative della Sicilia bastano e avanzano 120 milioni di euro all’anno e non 287 milioni di euro all’anno, che è il finanziamento – eccessivo – previsto dall’Avviso 20.
Sarebbe sufficiente recuperare tutti gli enti di formazione storici della Sicilia, quelli dove prestavano servizio i quasi 9 mila dipendenti rimasti senza lavoro. E finanziere le attività formative di questi enti con 120 milioni di euro all’anno. Anche perché il finanziamento di questi enti è previsto da una legge regionale che non è stata abrogata. In totale, su quasi 900 milioni di euro, si spenderebbero 360 milioni di euro.
Rimarrebbero fuori tutti gli enti che il Governo regionale vorrebbe finanziare con l’Avviso 20. Si tratta di enti riconducibili, nell’85 per cento dei casi, a partiti politici e sindacati. Clientele della peggiore risma.
Attuando, invece, la nostra proposta – e cioè finanziando solo gli enti storici della Sicilia – resterebbero circa 500 milioni di euro che potrebbero essere utilizzati per aiutare le popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dal sisma.
Si tratterebbe solo di chiedere l’autorizzazione a Bruxelles, che non dovrebbe tardare ad arrivare, trattandosi di un intervento umanitario.
Del resto, come abbiamo già accennato, non c’è alcun motivo per spendere in Sicilia 287 milioni di euro all’anno per la formazione professionale. Per un motivo semplice: perché la richiesta di formazione, in Sicilia, prevede una spesa inferiore rispetto a uno stanziamento che è eccessivo.
La verità, che questo giornale ripete da tempo, è che i fondi dell’Avviso 20 verrebbero impiegati per foraggiare, in modo surrettizio, la politica e alcune organizzazioni sindacali. Politica e organizzazioni sindacali – e con tale affermazione siamo certi di interpretare la volontà della politica siciliana e di Csl e Uil dell’Isola – che saranno ben felici di aiutare le popolazioni dell’Emilia Romagna invece di sperperare in Sicilia queste ingenti risorse.
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