Furti, danneggiamenti e, come se non bastasse, fondi comunitari bloccati da anni. A portare avanti l’attività della cooperativa sociale Lavoro e non solo, fondata nel 2001 a Corleone e attiva sui terreni confiscati alle mafie in tutta la Sicilia, finora è stato soprattutto il credito e il rispetto raccolti nel tempo con l’attività svolta. Ma a tirare la corda, prima o poi la si spezza. Specie se a dover fronteggiare una situazione a volte ostile, fatta di episodi – seppur sporadici – piuttosto gravi, si rimane senza alcuna riserva economica. «Abbiamo un debito verso i lavoratori, oltre che verso noi stessi. I primi a fare i sacrifici siamo noi, ma non ce la faremo per sempre», dichiara infatti il presidente della cooperativa, Calogero Parisi. I guai iniziano intorno al 2013, quando si avvia un’importante operazione di bonifica della guardia di finanza per controllare tutte le aziende coinvolte nel settore della gestione dei beni confiscati e i relativi fascicoli: «Pare ci fosse qualcuno che percepiva in maniera illecita i contributi comunitari», spiega Parisi.
L’Agenzia nazionale per i beni confiscati ha comunicato quindi all’Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, cioè l’organismo pagatore che gestisce contributi, premi e aiuti erogati dall’Unione Europea a sostegno della produzione agricola, quali fossero i fogli e le particelle che erano oggetto di confisca e che quindi bisognava controllare. «Nel nostro fascicolo c’erano quattro particelle che non facevano parte di quell’elenco, perché c’era stato un difetto nella comunicazione del numero da parte del catasto e del tribunale. Agea ha quindi scritto all’Agenzia nazionale di queste quattro particelle, e l’Agenzia a sua volta ha comunicato che anche queste facevano in realtà regolarmente parte della lista – continua Parisi -. Sembra però che questa comunicazione sia andata persa, nessuno l’ha registrata. Motivo per cui i pagamenti sono stati bloccati. La situazione ora sembra risolta, ma bisogna comunque stare continuamente all’erta, temiamo possa accadere qualche altro imprevisto».
Questo perché anche l’anno scorso la situazione sembrava essersi finalmente risolta, per poi arrestarsi nuovamente. «Dopo ripetuti solleciti, lettere inviate dagli avvocati e l’intervento della guardia di finanza di Corleone, a luglio 2017 abbiamo preso da Agea il saldo-domanda biologico del 2012 e poi a settembre dello stesso anno ci hanno dato la domanda unica relativa al 2013. Poi si sono fermati e noi siamo stati costretti a tornare nuovamente alla carica – dice sempre il presidente -. Adesso il problema sembra finalmente chiaro: non abbiamo ricevuto negli anni quanto ci spettava per intoppi burocratici e uffici che non si sono parlati fra loro». Le lettere dei legali non si sono mai fermate e gli incontri fra i condirettori di Agea e il Centro assistenza agricola sono diventati quotidiani, fino a che recentemente non è stato sbloccato un ulteriore pagamento, quello della domanda unica del 2014, «con solo quattro anni di ritardo».
«Abbiamo chiesto l’accesso agli atti, perché al di là di quello che è emerso, adesso noi vogliamo capire fino in fondo qual è stato il problema e capire se ci sono delle responsabilità di cui qualcuno dovrà rispondere». I soldi che la cooperativa attende, intanto, sono lievitati oltre i 200mila euro. «Solo la domanda unica ogni anno corrisponde a circa 15mila euro, poi c’è il biologico e sono altri 40mila euro, a questi si aggiunge la forestazione». Una situazione gravata anche da alcuni furti e danneggiamenti subiti dalla cooperativa. L’ultimo, in ordine di tempo, avvenuto la sera del 25 aprile a Canicattì, dove sono stati rubati materiali e mezzi di trasporto per un totale di circa 75mila euro.
«Come si dice, la fortuna è cieca mentre la iella ci vede benissimo – ironizza Parisi -. A Canicattì erano già avvenuti episodi simili, infatti in genere nel capannone non teniamo quasi nulla, preferiamo riportarci tutto al magazzino di Corleone che è al centro del paese. Ma capita che per pochi giorni all’anno i nostri trattori possano rimanere lì, se restano di più ci raccordiamo coi carabinieri addirittura. Pensiamo quindi che chi si è portato i nostri mezzi ci possa aver osservato, sapeva che li avrebbe trovati, è venuto attrezzato, parliamo di trattori cingolati che vanno trasportati con i camion». Uno dei camion rubati è stato trovato abbandonato lungo la strada e i soci della cooperativa lo hanno già riportato in sede a Corleone. Al netto di tutto, però, resta una situazione economica in bilico.
«Il bilancio è buono, ma di contro abbiamo una situazione di debiti ingente, non abbiamo soldi da parte, lavoriamo e con quello che guadagniamo portiamo avanti l’azienda. In tutti questi anni abbiamo fatto un lavoro che ha permesso di conquistare rispetto e fiducia da parte degli imprenditori, credo che sia una bella vittoria avere credito per quello che facciamo – continua -. Con le produzioni, che poi incassiamo in vari periodi dell’anno, proviamo a pagare quanti più gettiti possibili, i fornitori ci hanno fatto credito, qualche banca ci ha fatto qualche scopertura, noi soci e lavoratori della coop abbiamo un notevole ritardo nel prendere gli stipendi, è così che le cose vanno avanti da anni ormai».
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