Giornata di manifestazioni ieri a Catania. Se di mattina sono scesi in piazza i lavoratori agricoli, nel pomeriggio è stato il turno dei dipendenti della St Microelectronics. Erano più o meno 600, con le bandiere di tutte le sigle sindacali al grido di «noi non vi votiamo» o «Larticolo 18 non va toccato, il popolo sovrano lo ha decretato» sono partiti dalla villa Bellini per arrivare davanti alla prefettura. Hanno manifestato il loro dissenso contro la riforma del governo Monti che vorrebbe rivedere le norme sul licenziamento. Al prefetto hanno consegnato circa quattro mila firme che hanno raccolto in favore della loro lotta. Un problema nazionale che potrebbe avere delle ripercussioni locali. «La nostra è unazienda multinazionale, speriamo non ne approfitti, ma il problema è serio e di tutti» ci dice una delle manifestanti. L’abolizione dellarticolo 18 dello statuto dei lavoratori significa per loro perdere la sicurezza lavorativa che impedisce di essere cacciati senza giusta causa. LSt Microelectronics è unaazienda solida, ma che comunque in passato ha fatto ricorso alla cassa integrazione, seppur con qualche dubbio di legittimità di alcuni lavoratori. «Hanno usato la cassa quando la produzione era al 90 per cento e quindi senza motivo» afferma uno di loro.
Oltre alla preoccupazione per la manovra annunciata dal governo Monti all’interno dell’azienda anche alcune divisioni e denunce di mobbing. Divisioni soprattutto tra operai e impiegati. «Lazienda in un modo o nellaltro la fa sempre pagare a chi prende permessi per motivi personali. Come? Ti può togliere dal turno notturno facendoti perdere fino al 30 per cento di stipendio, ad esempio, in ogni caso sei di certo fuori dal premio di produzione» è la voce comune. Si tratterebbe di permessi, regolamentati per legge, come ad esempio per allattare, per la legge 104 (quindi per lassistenza ad un familiare non autosufficiente), o anche per un infortunio. Il peso di questa “politica” è soprattutto sulle spalle degli operai e degli impiegati alla produzione diretta che sono anche i primi a soffrire la cassa integrazione qualora lazienda ne faccia ricorso, come ci spiegano. «Qualcuno non lascia neanche la scrivania quando ci sono le assemblee sindacali, ma non è giusto continua la manifestante che poi specifica io sono del tutto solidale sia perché sono stata operaia e adesso sono impiegata sia perché togliere larticolo 18 significa togliere garanzia ai lavoratori». In corteo neanche la metà dei circa 4mila dipendenti. Forse il clima interno ha contribuito in maniera decisiva.
Incidente sul lavoro in un cantiere edile a Floridia, nel Siracusano. Vittima un 59enne, operaio…
Il proprietario di casa esce dalla sua abitazione e una coppia occupa l'appartamento. È successo…
Giorgia Meloni sarà la capolista anche nella circoscrizione delle Isole alle prossime elezioni Europee, previste…
Finanzieri del comando provinciale di Catania hanno sequestrato a Giarre oltre 12.000 prodotti di vario genere, tra…
Ha visto e inseguito un giovane che ha prima rubato un giubbotto da una Fiat…
Nuovo processo per Silvana Saguto. L'ex magistrata presidente della Sezione misure di prevenzione di Palermo,…