L’attesa dei migranti col foglio di espulsione in tasca «Sono arrivato vivo fin qui, ora non posso fermarmi»

Un via vai di pullman che dal porto di Trapani arrivano a piazza Stazione. Zaini in spalla e sacchetti di plastica con alcuni oggetti personali dentro, i migranti scendono ordinati e lentamente. Tutti loro hanno in tasca il foglio di espulsione. Insieme a quelli che dall’altra parte della piazza aspettano già il pullman per Palermo, sono circa 200. Tutti sbarcarti dalla nave Azzurra dopo quindici giorni passati in rada al largo delle coste di Trapani. 

Sono giovani e per loro non c’è alcuna possibilità di ottenere il permesso di soggiorno. La maggior parte arriva dalla Tunisia – tra loro, in realtà, c’è anche qualche nigeriano – e, quindi, non sono in possesso «dei requisiti previsti dalla normativa vigente», come si legge nel documento. Entro trenta giorni, dunque, devono lasciare il territorio italiano

Uno di loro tira fuori delle monete, chiede informazioni in un inglese stentato. Altri cercano il modo per ritirare il denaro inviato da amici e parenti che vivono in Europa. Impossibile farlo senza passaporto o documenti. Rostom ha 23 anni, ed è partito da Sfax, la seconda città più importante della Tunisia. «Sono arrivato fino a Lampedusa, adesso non intendo fermarmi», afferma a MeridioNews il ragazzo. Come molti suoi connazionali sogna di arrivare fino in Francia dove vivono alcuni suoi parenti. «Voglio solo raggiungere i miei familiari, trovare un lavoro e lasciarmi alle spalle la mia vita in Tunisia». Un sogno semplice che, però, sembra difficile da realizzare.

I primi ragazzi, sotto lo sguardo attento delle forze di polizia che presidiano la piazza, riescono a salire sul bus diretto a Palermo. Altri rimangono a terra in attesa. «Ho attraversato il Mediterraneo, non mi fa paura nulla – dice Mohammed, anche lui di Sfax e anche lui con l’obiettivo di raggiungere la Francia – La Tunisia è un Paese in cui per noi giovani non può esistere futuro: non c’è possibilità di trovare un lavoro e i pochi che riescono a trovare un’occupazione guadagnano circa 150 euro al mese». 

Dopo diverse ore di attesa, molti sono riusciti a lasciare Trapani in autobus diretti verso il capoluogo siciliano. «Meglio avere in tasca questo foglio – afferma un altro ragazzo poco prima di partire, riferendosi al foglio di espulsione – che essere rimpatriati. Non voglio tornare in Tunisia dopo avere rischiato la vita per arrivare fino a qui». Altri giovani però rimangono in piazza: alcuni sono senza soldi, senza un progetto su dove andare, senza un luogo in cui trascorrere la notte. Sono diversi quelli che, con ciò che hanno, si organizzano un giaciglio di fortuna in cui dormire, in attesa che faccia giorno per proseguire il viaggio.

Pamela Giacomarro

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