Governo battuto all’Assemblea regionale siciliana al primo banco di prova dopo la formazione del Crocetta ter. Una Sala d’Ercole semivuota, infatti, ha approvato una mozione (presentata dal Movimento 5 Stelle e modificata dal centrodestra) che impegna il Governo regionale a sospendere tutte le autorizzazioni di ricerca e di prelievo di idrocarburi sul territorio regionale attualmente in corso di Via (Valutazione incidenza ambientale), nonché quelle già rilasciate.
La mozione, che nella sua versione originale prevedeva la parola ‘revoca’, sostituita poi con ‘sospensione‘, è stata presentata cinque mesi fa ed è stata portata in Aula ieri come risposta all’articolo 38 del Decreto ‘Sblocca Italia’ che è stato approvato di recente (come vi abbiamo raccontato qui) e che apre le porte alle trivellazioni selvagge nel Canale di Sicilia.
Contro il Decreto ‘Sblocca Italia’ sono insorti ambientalisti, i Sindaci e la loro associazione (l’Anci) e numerosi comitati di cittadini. E contro il quale, invece, non si sono opposti tanti parlamentari nazionali siciliani a Roma (qui tutti i nomi).
Il Governo, rappresentato in Aula dall’assessore all’Ambiente, Maurizio Croce, ha espresso parere contrario alla mozione dei grillini, ma i parlamentari che appoggiano il Governo, in Aula, non avevano nemmeno i numeri per sostenere la richiesta di verifica del numero legale. Così la mozione è stata approvata.
C’è da dire che si tratta di un atto di indirizzo politico, sicuramente importante, ma non è detto che produca effetti. Dipenderà, infatti, dal Presidente della Regione, Rosario Crocetta, che si dice innamorato della Sicilia e dell’Autonomia, dimostrarlo e sbattere i pugni sui tavoli romani per salvare il territorio e il mare siciliano dall’invasione delle compagnie petrolifere.
Ambiguo il ruolo del deputato del Pd, Giuseppe Arancio, che ha richiamato l’attenzione dell’ Aula sul rischio che la sospensione rimetta in discussione il protocollo d’intesa firmato al Mise dal Governo Crocetta sulla riqualificazione del Raffineria Eni di Gela.
Sempre nel Pd, Giovanni Panepinto, Fabrizio Ferrandelli, Mariella Maggio, Marika Cirone hanno votato in favore della mozione, che alla fine è passata. Il capogruppo dell’Udc, Mimmo Turano, dopo aver tentato una mediazione, ha abbandonato l’Aula.
Soddisfazione nella Lista Musumeci: «Siamo lieti che il Movimento 5 Stelle abbia accolto la nostra proposta di sostituire alla parola ‘revoca‘ la dicitura ‘sospensione‘ relativamente alle concessioni del Governo alle compagnie petrolifere nel Canale di Sicilia. La nostra proposta – ha spiegato Nello Musumeci – è dettata dalla necessità di determinare una pausa di riflessione sulla politica energetica in Sicilia ed un confronto fra Parlamento e Governo, anche per fare un bilancio di mezzo secolo di attività estrattiva nell’Isola, rivelatasi un danno e una beffa, se è vero che la mancata defiscalizzazione dei prodotti petroliferi costringe i nostri automobilisti a pagare la benzina ad un costo più alto dei cittadini del Nord Italia. Confidiamo così in un’ulteriore sensibilità da parte del Governo regionale».
Intanto il Movimento 5 Stelle propone un referendum abrogativo. Ma anche un ricorso costituzionale e perfino una legge voto: «Martedì – dice il presidente della commissione Ambiente, Giampiero Trizzino – la proposta del referendum sarà discussa in Commissione con l’obiettivo di portarla in Aula in tempi brevissimi. Il ricorso può essere fatto da 5 Regioni e la Sicilia può e deve essere quella capofila. Questo articolo va fermato a tutti i costi e noi abbiamo il dovere morale di tentare tutte le iniziative possibili se vogliamo salvare la nostra terra dal disastro».
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