L’Ars approva la riforma del servizio idrico In arrivo 9 Ato e fondi per famiglie in difficoltà

L’Assemblea regionale siciliana ha approvato nella tarda serata di ieri il disegno di legge di riforma del servizio idrico. Verranno creati nove Ambiti territoriali ottimali (Ato) che gestiranno il settore, con la facoltà di affidarlo a una società pubblica, mista o a privati nel caso in cui ci fosse un’offerta vantaggiosa. La riforma prevede anche un minimo vitale, stabilito in 50 litri al giorno, per i morosi e un fondo di sostegno per il pagamento delle bollette destinato alle famiglie in difficoltà finanziaria. Infine è passato un emendamento proposto dal governatore Rosario Crocetta: l’acqua non destinata a usi alimentari avrà una tariffa scontata del 50 per cento. 

La riforma votata ieri garantirà il mantenimento dei livelli occupazionali, assicura il governo. I singoli Ato avranno piena autonomia, le singole assemblee potranno scegliere la gestione migliore che andrà comunque individuata attraverso procedure pubbliche. Il passaggio alla gestione privata sarà possibile solo se il prezzo stabilito sarà più basso e comunque ogni affidamento non potrà avere scadenze di oltre nove anni. Se il privato dovesse interrompere la fornitura per più di quattro giorni al due per cento della rete, saranno previste sanzioni tra i centomila e i trecentomila euro per ogni giorno, fino alla possibilità di risolvere il contratto. 

Soddisfatto Giovanni Panepinto, deputato del Partito democratico e promotore della legge: «Dal 2006 lavoro, insieme con associazioni, cittadini, amministratori, movimenti referendari e forze sociali, per raggiungere questo obiettivo: con la legge sulla ripubblicizzazione dell’acqua la Sicilia fa valere con dignità la propria autonomia legislativa», afferma. A lui fa eco Vania Contrafatto, assessora all’Energia: «La nuova legge consentirà di realizzare gli investimenti previsti, nonché di razionalizzare il sistema rendendolo più efficiente e meno costoso grazie anche alle economie di scala». Le Ato, prosegue, «saranno gli unici soggetti deputati a gestire i finanziamenti europei». E garantisce che l’acqua resterà «un bene pubblico e intoccabile». 

A votare sì anche i deputati del Movimento 5 stelle che giudicano quella approvata «una legge non eccezionale, che i partiti hanno provato a rovinare. Il nostro apporto ha contribuito a migliorarla nettamente e a introdurre principi positivi in direzione dell’acqua pubblica, per la quale ci spendiamo da sempre». Il presidente della commissione Ambiente, Giampiero Trizzino, afferma che il gruppo ha «dato un grosso contributo a migliorare una legge che senza il nostro apporto rischiava di essere pessima. Anche se non nascondiamo che tantissime cose potevano andare meglio, possiamo dire di avere messo centrato numerosi obiettivi». I deputati, però, parlano anche di «occasione mancata». «Avevamo l’opportunità di fare finalmente una legge per tutti i siciliani che li equiparasse sullo stesso piano tariffario – spiega la deputata Valentina Palmeri -, ma si è preferito continuare con la politica del proprio orticello, dei territorialismi, che si è evidenziata soprattutto nella ridefinizioni degli ambiti territoriali che finiranno per ricalcare le vecchie province». 

Critiche dal centrodestra. «Era partito elefante ed è arrivato topolino», dichiara Nello Musumeci. «Il disegno di legge sull’acqua in Sicilia, annunciato all’inizio come “rivoluzionario e di grande svolta”, è giunto al voto privo di coerenza, appesantito, aperto alla gestione privata. Sostanzialmente, non è cambiato nulla rispetto al passato», attacca. E conclude: «Temo che l’Ars, con la astensione del mio gruppo e di Forza Italia, abbia alimentato ancora una volta una illusione al popolo siciliano. Il problema acqua, anche dopo il varo di questa legge, sulla quale grava il pericolo concreto di incostituzionalità, rimane nella sua interezza. A pagare continuerà ad essere il cittadino-utente». 

Con la serata di ieri si è chiusa anche la stagione di lavori estivi dell’Assemblea. Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha convocato i deputati per mercoledì 2 settembre. 

Redazione

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