L’armadietto delle lucciole in viale Africa Cambi notturni dentro un cortile privato

Scarpe, reggiseni, una guepiere. Il tutto accuratamente riposto in sacchetti di plastica, nascosti dietro i cespugli di un cortile privato in viale Africa. È «l’armadietto delle lucciole», come l’ha ribattezzato Gigi Tropea, proprietario dell’omonimo negozio al civico 30 proprio accanto allo spazio utilizzato dalle prostitute per cambiarsi dopo ogni rapporto. E sono state le telecamere di sorveglianza della boutique a spiegare la provenienza dei sacchetti di indumenti tra il verde.

«Ieri mattina, intorno alle 8.55, abbiamo trovato queste buste di plastica dietro i cespugli – racconta Tropea – Poi, attraverso il video, abbiamo ricostruito che si tratta del cambio delle lucciole durante il lavoro». Che, stando alle immagini, cominciano il loro lavoro intorno alle 21.45 per terminare a mezzanotte. «Erano tre ragazze e, dalle immagini, abbiamo capito che hanno avuto tre clienti ciascuna», racconta il titolare del negozio. Che ogni sera chiude alle 20. «A quell’ora le vediamo già per strada, ma non pensavamo che utilizzassero come armadietto un cortile privato frequentato anche dai bambini del palazzo». Spazio che dà sulla strada, limitato solo con dei paletti dissuasori per i mezzi a due e quattro ruote. Tropea ha già avvisato il sindaco Enzo Bianco. «Gli ho mandato la foto per metterlo a conoscenza della situazione», precisa.

«Lì inoltre ci sono le nostre vetrine, che di solito sono molto ammirate – continua Gigi Tropea – Ma ovviamente una macchina o una coppia a passeggio, magari con bambini, non si ferma a guardarle se accanto ci sono le prostitute che si cambiano. E per noi è un danno». Eppure c’è chi ha anche pensato a una trovata pubblicitaria del negozio. Voci messe a tacere dal video che mostra esplicitamente quanto successo. Una situazione che il titolare teme possa degenerare. «Io penso sempre avanti. Se oggi abbiamo trovato il cambio, domani magari si organizzeranno per fare sesso qua – conclude – Il Comune deve prendere provvedimenti, se no qui si sentono padroni, oltre che della strada, anche di un posto privato».

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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