Dobbiamo ammetterlo. Per quanto amara sia la verità: in Sicilia non c’è un politico seriamente interessato alla Sicilia. I cambi di casacca, i trasformismi e i tradimenti sono le caratteristiche più evidenti della classe politica dell’Isola sia nelle sue manifestazioni palermitane che romane.
Difficile abituarsi a questa amara constatazione. Ma, tant’è. La loro incoerenza è tanta da fare venire in mente i Pink Floyd. Ricordate Wish you were here? Ad un certo punto, il testo della canzone dice così: “Did they get you to trade your herose for ghost? … Cold comfort for change… And did you exchange a walk on part in the war for a lead role in the cage?…”
Traducibile in: “Ti hanno convinto a commerciare i tuoi eroi in cambio di fantasmi? Un freddo benessere con un cambiamento? E hai scambiato un ruolo di comparsa nella guerra con il ruolo da protagonista in una gabbia?”.
Purtroppo, la maggior parte dei politici siciliani rientra in questa descrizione.
In alcuni casi, è scontato (vedi i membri del Pdl) in altri è fin troppo stridente.
Prendiamo il caso, ad esempio, di quei politici che fino all’anno scorso, si dichiaravano autonomisti convinti. Nati e cresciuti, così dichiaravano, per difendere lo Statuto siciliano da i soprusi di uno Stato italiano che no lo vuole applicare- anche se parte integrante della Costituzione italiana- nelle sue parti essenziali. Ovvero quelle relative alla regionalizzazione delle imposte. Nati e cresciuti, così dichiaravano, per svegliare i siciliani da quelle bugie inculcate dalla cultura ufficiale imposta da uno Stato colonialista.
Che fine hanno fatto?
La cronaca ci fornisce lo spunto. Il caso, ad esempio, di Giovanni Pistorio, fino a poco tempo fa, numero due del Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo. Oggi passato all’Udc.
Ieri, in piazza Principe di Camporeale a Palermo (era il 23 Luglio del 2012), per la grande manifestazione di protesta contro le ‘intrusioni’ del Commissario dello Stato nella politica regionale, oggi schierato in difesa di Luca Bianchi, assessore regionale all’Economia, inviato da Roma, precisamente da quelle aree delle burocrazie ministeriali vicine al Pd. Noto per avere avallato la truffa dell’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto siciliano. Quello che stabilisce che le imprese che hanno stabilimenti in Sicilia devono pagare qui i tributi. Un articolo che vale almeno 5 miliardi l’anno e che Bianchi ha svenduto per 48 milioni.
Non solo. Uno che non promuove ricorsi dinnanzi alla Corte Costituzionale neanche quando è palese la violazione di prerogative dei siciliani, a costo di ridurli alla fame per obbedire ai diktat della politica economica nazionale, asservita alle oligarchie finanziarie dell’Ue.
Per quanto assurdo possa sembrare, oggi, 5 ottobre 213, Pistorio difende Bianchi: “Le dimissioni di Bianchi sono un punto delicato, visto che si tratta di un tecnico di area Pd di grande autorevolezza che ha una rete di relazioni importante a livello nazionale, come lo Svimez. Credo sia importante recuperare il suo impegno. Non lo sostituirei assolutamente visto che e’ in programma l’approvazione della legge finanziaria che necessita di una maggioranza coesa” ha detto a margine dei lavori del Comitato regionale dello scudocrociato siciliano.
Ora, a parte che non è “lo Svimez” ma la Svimez, visto che l’acronimo risponde ad: ‘Associazione per lo Sviluppo Industriale del Mezzogiorn0’, a Pistorio vorremmo ricordare che i siciliani non hanno l’anello al naso.
Sappiamo che Bianchi, grazie all’impegno costante del Presidente della Svimez, Adriano Giannola, ha contribuito alla stesura di studi importanti sulla questione meridionale. Come quello che denuncia tutte le bugie sul Sud Italia.
Ma sappiamo anche che da quando è in Sicilia si è scordato tutto. Non c’è un solo atto di questo assessore che faccia pensare che sia al servizio della Sicilia. Anzi. C’è un atteggiamento assolutamente passivo dinnanzi a politiche economiche romane molte discutibili e vessatorie nei confronti dei siciliani e che contrastano con i diritti sanciti dallo Statuto.
Siamo certi che lo sa anche Pistorio, che di certo, non è uno stupido. Evidentemente in questo momento è impegnato in un trade business…
E non è il solo. Per limitarci agli ex membri Mpa, ci chiediamo pure dove sia finita la passione civile sicilianista di Lino Leanza, oggi crocettiano improvvisato.
Tutti personaggi in cerca di autore. Wish you were here, la canzone che abbiamo citato prima, ovvero “Vorrei che tu fossi qua”.
I siciliani non possono che dedicarla a Piersanti Mattarella, il Presidente della Regione che difendeva il suo popolo dinnanzi a Roma, pur pretendendo carte in regola a Palermo. Un gigante. E, purtroppo, noi siamo circondati da nani.
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