Mentre gli ospedali siciliani aspettano le attrezzature necessarie a fronteggiare eventuali casi di Ebola. Mentre sale la tensione tra gli infermieri siciliani che, come vi abbiamo raccontato qua, lanciano l’allarme sulla assoluta mancanza di dotazioni per proteggersi dal virus. Mentre i casi sospetti, a quanto pare, viaggiano su ambulanze normali e arrivano nei Pronto soccorso senza alcuna precauzione, con il rischio di contagi per interi reparti, annessi e connesi. Mentre i siciliani rischiano una epidemia, per l’assoluta inadeguatezza di chi rappresenta le loro istituzioni:
cosa fanno il Governo e l’Assemblea regionale siciliana?
Giocano. Per spartirsi le poltrone degli assessorati più ricchi (Formazione e Lavoro in primis) e i più alti scranni dell’Ars. Giocano. Con accordi sottobanco, che mirano sempre e comunque ad un solo scopo: salvarsi la poltrona. Quello che è successo oggi all’Ars, ve lo abbiamo detto qui, l’ennesima prova di una classe di pseudo politici che attenta alla Sicilia e alle sue Istituzioni.
Semplicemente, mentre la Sicilia rischa epidemie e affonda sotto i colpi della disoccupazione e della povertà, pensano ai fatti loro. Da veri ominicchi.
L’amara sensazione è che siamo in mano ad un comitato affaristico di bassa lega che sta scrivendo il requiem per la nostra Isola. Parliamo di un comitato affaristico- mafioso? Che dire? Il Sindaco di Messina, Renato Accorinti, ha fiutato odore di mafia nei corridoi dell’Ars. L’ha anche detto, suscitando l’indignazione dei pupi di Sala d’Ercole, che, forse, dovrebbero guardare meglio i loro pupari.
Non sappiamo se di questo si tratti. Viene da pensare che, più di ogn altra cosa, stiamo parlando di una banda di spregiudicati se non pregiudicati, dedita al business e alla politica intesa come il più vile dei mestieri. Tranne rare eccezioni che in questo momento non ci sovvengono.
Un impeachment collettivo, potrebbe essere l’unica via rimasta ai Siciliani. Per Governo e Ars, tutti quanti. Per alto tradimento delle Istituzioni siciliane e del Popolo Siciliano.
La Sicilia rischia di crepare tra epidemie e povertà?
“Crepi pure -sembrano rispondere dai Palazzi insozzati- affari suoi. Anzi, nostri”.
Cose vostre sono, non ci sono dubbi.
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