L’Antimafia in Sicilia dalla strage di Portella ad oggi: è il Governo Crocetta l’erede di questa lunga e gloriosa stagione?

‘GIRIAMO’ QUESTA DOMANDA AL PD. NON TANTO AI VERTICI DI QUESTO PARTITO CHE, TANTO PER CITARE UN ESEMPIO, SONO D’ACCORDO SUL MUOS A NISCEMI. CI RIVOLGIAMO ALLA BASE DEL PARTITO DEMOCRATICO DELL’ISOLA: LA STESSA BASE CHE NON VOLEVA IL GOVERNO LOMBARDO-PD

Diciamolo con chiarezza: chi oggi governa la Sicilia si è autoproclamato erede della stagione antimafia. Con tanto di ‘patentino’ assegnatogli da una forza politica che prima, alla fine, l’ha tollerato come Sindaco di Gela e poi – nonostante le ombre che hanno accompagnato questo personaggio negli anni in cui ha amministrato la ‘città dell’Eni’ – l’ha ‘santificato’ come candidato alle elezioni europee di cinque anni fa.

Il personaggio – ovviamente – è Rosario Crocetta – e la forza politica che l’ha ‘santificato’ facendolo eleggere al Parlamento di Strasburgo cinque anni fa è il PD.

Nel 2012, in verità, i vertici del Partito Democratico siciliano non ne volevano sapere di candidare Crocetta alla presidenza della Regione. Ma un po’ perché il ‘genio’ politico di Giampiero D’Alia, leader dell’Udc siciliana, se l’era ‘caricato sulle spalle’ come proprio candidato, un po’ perché il PD siciliano è quello che è: e cioè un Partito di ‘gomma’, Crocetta è stato ri-santificato come candidato del centrosinistra alla guida della Sicilia.

Nel 2012 – oltre all’antimafia – per portare Crocetta a Palazzo d’Orleans, sede del Governo della Sicilia, oltre ai voti di PD, Udc, Lista Crocetta e ‘frattaglie’ varie, ci sono voluti anche i voti di Raffaele Lombardo, i voti di Pino Firrarello e di suo genero Giuseppe Castiglione a Catania e dintorni e la candidatura di Gianfranco Miccichè per fare perdere il candidato del centrodestra, Nello Musumeci, che altrimenti avrebbe vinto.

Ma il tema di queste note non è il misero 13 per cento di elettorato raccolto da Crocetta alle elezioni regionali del 2012. E nemmeno l’inconsistenza di un PD brutta copia della peggiore Dc.

Oggi – alla luce dell’ennesimo scandalo che ha travolto il Governo di Rosario Crocetta (parliamo, ovviamente, dei tirocini formativi del Piano Giovani dove l’assenza di ‘trasparenza’ amministrativa è incredibile, tra incarichi assegnati senza evidenza pubblica ed esclusione dal discusso bando dei disoccupati siciliani che non vanno in rete) – dobbiamo prendere atto, che ci piaccia o no, che questo personaggio è e si presenta come il Governo erede della stagione dell’antimafia.

Non noi, ma lo stesso Crocetta, nel 2012, ha imperniato la propria campagna elettorale sull’antimafia e sulla legalità. C’è qualcuno che lo può smentire?

Dunque la lunga stagione di lotta contro la mafia dagli anni ’60 agli anni ’70, dagli anni ’80 agli anni ’90 si concretizza, come esperienza di Governo della Regione siciliana, con il Governo di Rosario Crocetta.

A dire il vero – e questo è un nostro sentimento – legare l’attuale esperienza del Governo Crocetta all’antimafia degli anni ’60 di Girolamo Li Causi, ai grandi delitti di mafia di fine anni ’70, all’omicidio di Piersanti Mattarella, alle grandi manifestazioni contro i missili Cruise e per la pace di Pio La Torre dei primi anni ’80, ai sacrifici di Boris Giuliano, di Cesare Terranova, di Gaetano Costa, di Rocco Chinnici, al Maxiprocesso di Palermo, fino alle stragi del 1992 con i sacrifici di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo e delle rispettive scorte, beh, ci viene un po’ pesante. Ma tant’è.

All’eredità della quale Crocetta dice di rappresentare, in verità, non fanno seguito atti e fatti conseguenti alla più che quarantennale stagione antimafia. Anzi.

In verità, in due anni di Governo, ne stiamo vedendo di tutti i colori. Di fatto, quello che sta succedendo in questi giorni non è molto diverso da quello che abbiamo visto in questi due anni.

Come dimenticare lo scandalo dell’operazione Humanitas che, se gestito bene, avrebbe portato un investimento di 100 milioni di euro in Sicilia?

Che dire dell’incredibile vicenda di marito e moglie che si sostengono l’un l’altra con i pareri dentro gli alti vertici amministrativi della Regione?

Come commentare la condanna del segretario generale della presidenza della Regione con sentenza della Corte dei Conti e con altre sentenze in arrivo?

Dove inserire il ‘caso’ del capo della Segreteria tecnica di Palazzo d’Orleans con incarichi plurimi?

Del Decreto legislativo n. 39 del 2013 regolarmente aggirato dal Governo regionale ne vogliamo discutere?

Sarebbero questi gli esempi di ‘antimafia’ e ‘trasparenza’ amministrativa?

Per non parlare degli appalti sui rifiuti assegnati senza gara – storie che vanno avanti da anni – straordinarie e reiterate anticipazioni di quello che sarebbe avvenuto con i tirocini del Piano Giovani.

Già, ‘a munnizza. Che è costata il posto in Giunta a Nicolò Marino. Anche di questa storia ne vogliamo parlare? Nelle scorse settimane la magistratura ha iniziato a scoperchiare qualche ‘pentola’ maleodorante di questo settore. Si parla di un’indagine che coinvolgerebbe altri personaggi considerati al di sopra di ogni sospetto. E subito sono scattate le ‘contromisure’, a probabile protezione dei soliti noti d’a munnizza.

Non sappiamo come finirà c’a munnizza. Non sappiamo come finirà con il Piano Giovani.

Quello che ci chiediamo è: quest’esperienza di Governo, con pochissime luci e moltissime ombre, rappresenta oltre quarant’anni di lotta alla mafia?

Il dubbio è che, continuando di questo passo, il concetto stesso di ‘legalità amministrativa’ venga banalizzato. 

Certo, il PD siciliano, volendo, per certe cose, è ‘isomerico’ rispetto a Crocetta. Basti pensare al Muos di Niscemi: per l’attuale presidente della Regione, due anni fa il Muos andava sbaraccato, mentre oggi è diventato “uno strumento di pace” (intervista di Crocetta a La Voce di New York dello scorso anno).

In fondo, sul Muos di Niscemi i vertici del PD siciliano e Crocetta la pensano allo stesso modo. L’altro ieri, ad esempio, alla manifestazione contro il Muos, a Niscemi, il PD ‘officiale’ non c’era. Però lo stesso PD ha preteso e ottenuto che l’aeroporto di Comiso venisse ri-titolato a Pio La Torre.

In queste manifestazioni da farisei della politica Crocetta e i vertici del PD siciliano si equivalgono.

Ma la base del PD è d’accordo? La base del PD siciliano vuole il Muos? La base del PD è d’accordo con il Governo Crocetta? La base del PD pensa che il Governo Crocetta sia l’erede di oltre quarant’anni di lotta contro il malaffare?

 

 

Redazione

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